Un passaggio della lettura del Vangelo dimostra quanto Gesù è un Buon pastore che presta attenzione anche alla dimensione della fatica fisica. Agli Apostoli evidentemente stanchi dice: “venite in disparte e riposatevi un pò”. In questi giorni (e settimane) tradizionalmente di vigilia del periodo di ferie, il testo è l’occasione per una riflessione sul riposo e sul silenzio.
Riposarsi significa certamente dormire un po’ di più, cercando di recuperare il sonno perso, ma non significa poltrire tutto il giorno. Altrimenti, il risultato è quello di ritrovarsi ancora più stanchi di prima.
Per chi ha grossi impegni a livello intellettuale è molto importante utilizzare il periodo di ferie per “staccare” dai carichi mentali. Per questo scopo vanno bene i viaggi culturali che consentono di acquisire conoscenze non banali in un contesto rilassato e, a tratti, persino divertente. Per qualcuno che si sente maggiormente portato al cammino sulle vie dello spirito, i pellegrinaggi sono una buona occasione per ristorarsi fisicamente anche se, a volte, richiedono un certo qual impegno.
Chi, su questa “via dello spirito” è già molto avanti non può perdere l’occasione del periodo estivo per dedicare qualche giorno ad esercizi o ritiri spirituali. Si tratta di momenti che possono impegnare qualche ora (i più brevi) oppure richiedere l’impegno di un tempo più prolungato (anche fino ad un mese). La persona è condotta a stare nel silenzio esterno e, possibilmente, anche interno. Proprio il silenzio diventa una condizione dello spirito. Se Gesù. sempre circondato (e, quasi, assediato) da folle di gente che voleva parlargli, toccarlo, chiedergli aiuto – riusciva a trovare il tempo per isolarsi e pregare il Padre nel silenzio dovremmo sforzarci di riuscire anche noi.
Del resto, come dicono i santi ed i mistici: “Dio parla nel silenzio”, specie quando c’è volontà di dialogo da entrambe le parti. Quando c’è il frastuono – teniamo la televisione accesa per l’intera giornata – il buon Dio non riesce a farsi sentire. Del resto, è innegabile che l’uomo – per come è fatto – abbia bisogno di momenti di silenzio. Servono buona volontà e applicazione. Nelle nostre chiese, il silenzio regna sovrano per gran parte del giorno. Entrarci per una preghiera e una visita Eucaristica equivale a una carezza per l’anima. Un semplice atto, ripetuto giornalmente, risolverebbe tanti problemi, angosce e depressioni che psicologi e psichiatri fanno fatica a decifrare.
Don Gianni Remogna, parroco di Romagnano Sesia
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