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Don Damiano Pomi, attuale coadiutore di Cannobio, sarà il nuovo parroco di Ghemme. Succede a don Piero Villa, che ha chiesto di essere sollevato dalla responsabilità per motivi di salute. Il passaggio di testimone è stato annunciato nelle messe di sabato 12 e domenica 13 novembre con due lettere alle comunità interessate scritte dal vescovo Franco Giulio Brambilla e dal vicario generale don Fausto Cossalter.
«Don Damiano – scrive il vescovo presentando il nuovo parroco alla comunità di Ghemme – è un sacerdote di quarantacinque anni originario della Valsesia, che viene a Ghemme con gioia ed entusiasmo per iniziare tra voi la sua prima esperienza di parroco, dopo aver dedicato i primi anni del ministero come collaboratore pastorale nelle parrocchie di Grignasco, a Novara Santa Rita e infine a Cannobio. In questi ultimi anni ha concluso anche gli studi a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana».
Diventerà ufficialmente parroco a partire dal 1° febbraio 2023 e inizierà il suo ministero a Ghemme la domenica successiva 5 febbraio 2023, portando così a termine gli impegni a Cannobio per il V centenario del Miracolo della Pietà. «Sono consapevole – scrive il vicario generale al parroco di Cannobio don Mauro Caglio – che questa decisione, inaspettata anche per don Damiano, ti priverà di un collaboratore prezioso. Come ben sai, però, la situazione del clero diocesano ci obbliga a fare scelte difficili e chiede a tutti grandi sacrifici: a noi pastori, ma anche alle comunità che non potranno più avere un sacerdote solo per sé, e dovranno dunque condividere maggiormente con le parrocchie vicine le celebrazioni e le proposte pastorali».
Don Piero Villa concluderà il suo servizio dopo le feste natalizie. A lui mons. Brambilla ha voluto esprimere tutta la riconoscenza della Chiesa novarese. «Don Piero – si legge nella sua lettera – terminerà un tratto della sua vita e del suo ministero durato ben venticinque anni: era giunto a Ghemme nel 1997. Da allora, con grande generosità e finezza spirituale, ha accompagnato la comunità condividendo pienamente la vostra ricca storia, custodendola e alimentandola. Ha saputo far crescere con intelligenza pastorale anche la corresponsabilità di molti alla vita della parrocchia e si è preso cura, come “un buon padre di famiglia” di ogni aspetto della vita parrocchiale. Lo ringrazio di cuore per questa sua bella testimonianza di fedeltà alla Chiesa e alla missione affidatagli. Sono certo che anche voi, pur nel dispiacere del distacco, comprenderete le motivazioni di questa scelta e troverete i modi per manifestargli la vostra riconoscenza».

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