Torna domenica la tanto attesa festa di San Giulio alla Badia di Dulzago. Si tratta dell’antica tradizione della fagiolata che viene ripristinata dopo lo stop forzato dei due anni di pandemia.
La giornata si aprirà alle 11 nella chiesa della frazione, dedicata a San Giulio verrà presieduta dal giovane sacerdote bellinzaghese don Giacomo Bovio, ordinato la scorsa estate. Al termine della celebrazione, circa a mezzogiorno, dalla chiesa partirà la processione che si snoderà nelle corti della Badia e si concluderà con la benedizione della fagiolata e del pane di San Giulio con la distribuzione a tutte le persone che arriveranno alla Badia.
Alle 15 recita dei vespri, a cui seguirà l’incanto delle offerte.
Come ogni anno non mancherà la collaborazione della Pro Loco di Bellinzago, del gruppo Alpini che saranno presenti con salamelle e un caldo vin brulè, e le associazioni culturali L’Artificio e Gli Amici del Caffè.
Come accennato la festa di San Giulio, la cui ricorrenza cade il 31 gennaio, ha radici antichissime legate alla storia dell’abbazia. Ne parla già il vescovo Giovanni Pietro Volpi, vescovo di Novara dal 1629 al 1636, che in un suo scritto ricorda questo momento importante della comunità di Dulzago: “Nel giorno della festa di San Giulio vengono distribuiti quattro sacchi di mistura sotto forma di pane e un sacco di fagioli per companatico a tutti colori che si presentano davanti alla chiesa. Tutto ciò avviene a spese dell’abate, che nel contratto di locazione dell’abbazia obbliga i conduttori a soddisfare all’onere. La cerimonia è stata finora sempre conservata, nè si ha memoria di uomini che abbiano asserito il contrario. Il giorno seguente tutti i sacerdoti del vicariato celebrano la messa per i defunti in chiesa e ricevono ampie elemosine dal conduttore dell’abbazia”.
La tradizione vuole anche che un anno, non precisato, la fagiolata con ebbe luogo e allora centinaia di serpi invasero la zona circostante, fermandosi solo davanti alle porte del complesso abbaziale. Da allora si crede che fagiolata tenga lontani i serpenti e protegga dal loro morso.
In epoca di gran lunga più recente è stata calendarizzata l’ultima domenica di gennaio, a partire dal 1968. A questa data resta a tutt’oggi attirando centinaia di persone non solo degli immediati dintorni