Il pluralismo educativo? Dalla prospettiva del nostro territorio, sembrerebbe un obiettivo quasi realizzato grazie al buono scuola e dote scuola, iscrizione e frequenza alla scuola paritaria che in Piemonte e Lombardia consente di avere un rimborso della retta scolastica fino a 2.000 euro. Ma se da queste due regioni virtuose, si sposta lo sguardo all’Italia nel suo complesso, si scopre una situazione che suscita preoccupazione.
A lanciare un vero e proprio grido d’allarme è suor Anna Monia Alfieri, legale rappresentante delle scuole Marcelline (10 istituti scolastici, 3mila allievi, 600 addetti) e docente di organizzazione gestionale delle scuole paritari alla Altis (l’Alta scuola dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di management sostenibile), autrice del libro “Il pluralismo educativo. Una scelta ancora possibile”, ed. Morcelliana 2023.
«Il pluralismo educativo significa garantire ai genitori la libertà di scelta tra scuole statali e paritarie, altrimenti siamo in regime di monopolio educativo, che è tipico delle dittature. In Italia la situazione è gravemente compromessa da anni di politiche errate. Parlare di pluralismo educativo, oggi è un eufemismo: mentre nel nord il 37% delle scuole sono paritarie, al sud lo sono soltanto dal 4 al 10%. Avendo impedito la libertà di scelta educativa, hanno chiuso 200 scuole all’anno, nell’ultimo anno scolastico hanno chiuso 379 scuole, con una flessione di allievi pari al 32,33% (in vent’anni la scuola paritaria ha perso 383.632 allievi passando da 1.186.667 a 803.035 allievi).
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