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A Novara la ricettività alberghiera è in evidente crisi, tra strutture storiche chiuse e difficoltà nel trovare gestori per nuove iniziative. L’ultimo episodio riguarda il bike hotel di Villa Picchetta a Cameri, il cui bando di assegnazione è andato deserto per la seconda volta la scorsa settimana. L’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore aveva riaperto il bando per la concessione della struttura inaugurata quasi due anni fa e mai assegnata. La procedura, riservata a soggetti no profit o cooperative sociali, nei giorni scorsi sembrava concludersi positivamente, ma il soggetto interessato all’ultimo momento si sarebbe tirato indietro.

«Il bike hotel rappresenta una concreta opportunità per rafforzare il turismo lento e consapevole – spiega Maria Rosa Fagnoni dell’Atl, capofila del progetto Interreg In bici a pelo d’acqua tramite cui era stato realizzato –. È pensato per rispondere alle esigenze dei cicloturisti e promuovere uno stile di viaggio sostenibile, in armonia coi valori delle aree protette». La struttura, ricavata in un’ala di Villa Picchetta grazie a fondi europei, dispone di 9 posti letto, area colazioni, ciclo-officina e servizio di ricarica per e-bike. L’aggiudicatario avrebbe dovuto garantire apertura nei weekend e festivi tutto l’anno, gestione delle 10 e-bike dell’ente e 25 pernottamenti gratuiti per il Parco. «Un peccato – continua Fagnoni – la struttura nuova e pronta all’uso è un gioiellino e per le nostre ciclovie transitano migliaia di ciclisti ogni anno. A Novara e nel Novarese la richiesta di ricettività è in crescita, i dati turistici sono in aumento costante, ma gli investimenti privilegiano affitti brevi tramite Booking o Airbnb, a discapito della ricettività alberghiera».

Il caso del bike hotel si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà. L’Albergo Italia, in via Solaroli a Novara, è destinato alla chiusura definitiva: dopo ordinanze e sopralluoghi, i vigili del fuoco hanno riscontrato criticità impiantistiche e igienico-sanitarie. Già da gennaio e febbraio la struttura era stata soggetta a provvedimenti comunali, con riduzione temporanea delle camere utilizzabili a 25 unità. Nonostante proroghe, ad agosto è stata avviata la procedura di chiusura definitiva. Anche l’Hotel Europa ha chiuso e sembra destinato a diventare una residenza universitaria. Negli anni, altre strutture storiche hanno abbassato le serrande, tra cui il Parmigiano, la Croce di Malta, l’Hotel Vittoria e diverse altre. Parallelamente, nella zona della stazione sono sorte numerose strutture alternative: miniappartamenti e stanze accessibili con codice, anche per periodi prolungati. Persino l’ex sede Asl di via dei Mille aveva suscitato l’interesse di investitori per una conversione in struttura ricettiva di questo tipo.

Oggi a Novara le strutture alberghiere di buon livello si contano sulle dita di una mano e sono sempre piene. Molti imprenditori e rappresentanti istituzionali hanno più volte dichiarato la difficoltà a trovare ospitalità in città, costretti spesso a prenotare stanze nel Milanese. A fronte della crisi degli hotel tradizionali, affittacamere e motel registrano numeri record: esempi come il Piranha a Casalino o il Camelia a Cameri testimoniano un boom di pernottamenti legati ai motel, che hanno più pernottamenti persino degli hotel dei laghi.

Il quadro che emerge è chiaro: il Novarese ha un turismo in crescita, ma la rete alberghiera tradizionale non riesce a reggere la domanda. Se da un lato crescono soluzioni rapide e flessibili, dall’altro servono imprenditori pronti a investire in ospitalità di qualità, capaci di offrire servizi integrati e strutture che possano accompagnare lo sviluppo turistico e valorizzare il territorio. Senza nuovi investimenti, il rischio è perdere pezzi importanti di ricettività, con ricadute sull’immagine della città e sulle opportunità economiche legate al turismo.

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