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In pieno periodo autunnale è arrivato il ‘banco di prova’ per gli artisti che si cimentano nella realizzazione dei presepi in vista delle prossime festività natalizie. Così Raffaella, i due Franco, Onofrio, Antonio, Anna, Annalisa e Alberto, noti componenti del gruppo ‘Al Presepia’, hanno fatto di questa usanza una vocazione, allestendo i presepi successivamente esposti sia in chiesa di Sant’Anna che nei vari negozi del paese. Una belle iniziativa, nata qualche anno fa, che prosegue nel tempo. «Abbiamo iniziato con don Enrico – spiega Raffaella – ogni anno organizziamo una mostra dall’8 dicembre al 6 gennaio.

La prossima sarà la 17a edizione, di quella che riteniamo sia una buona usanza perché in tanti la aspettano con trepidazione per venire a visitarla”. Come vi siete suddivisi i ‘compiti’? “Ci troviamo la sera in oratorio, di solito al mercoledì ma in questo periodo anche di venerdì ma siamo disponibili ad accogliere chiunque volesse imparare o comunque darci una preziosa mano. Solitamente partiamo dall’idea di un progetto individuale, cercando immagini di architetture pittoresche, poi proviamo a riprodurle trasformandole a piacere.

Alcuni partono invece solo da un’idea, come Onofrio, che lavora su ispirazione. Insomma ognuno ha il suo metodo e al termine si colgono tecnica e mano dell’autore. A volte ci scambiamo consigli, cercando di compensare con l’esperienza di ognuno. Insieme costruiamo invece il presepe più grande, quello per la chiesa parrocchiale, con un allestimento sempre più articolato”. Che materiale viene utilizzato? “Per la struttura il polistirolo inciso a mano col taglierino, per gli inserti il legno, mentre il cartone pressato fa da base e intercapedine. Una volta per effetti particolari usavamo i fondi di caffè, ora adoperiamo più gesso e acrilici o tempere per dipingere le superfici. La schiuma espansa è indispensabile per creare le asperità della roccia poi rifinite con muschio e accessori costruiti a mano. Le statuine vengono acquistate grazie alle offerte ricavate dalle mostre».

Quanti presepi costruite? “Cerchiamo di fare ogni anno una serie nuova, individualmente o a gruppi. Ne avevamo prestati tanti a don Enrico a Grignasco e, a Natale scorso, pure ai negozi in centro a Novara. I lavori sono così tanti che, da alcuni anni, s’è deciso di farli partecipare a varie mostre”. “Prediligo il genere popolare o napoletano, con ruderi – spiega Annalisa – ne sto costruendo uno ambientato in una cascina”. “Il presepe non deve avere forme pulite e lineari – aggiunge Alberto – piuttosto case cadenti o in rovina, per mostrare la povertà. La maggior parte dei presepi sono di genere popolare, in chiese e abitazioni rurali. Cominciamo a prepararli già da marzo-aprile e lavoriamo per un paio d’ore. Riceviamo sempre molte richieste di persone che domandano a che punto sono i nostri lavori e questo ci gratifica tanto”.


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