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Trecento anni fa – 2 novembre 1723 – avevano termine le misurazioni del catasto teresiano riferite a Galliate. L’anniversario ci viene segnalato da Roberto Cardano (esperto di storia del territorio e nostro collaboratore), al quale abbiamo posto alcune domande in merito.

Quale sono le caratteristiche di tale catasto?
«Si tratta del primo catasto realizzato con criteri moderni, che permise di stabilire con equità e precisione l’imponibile fondiario di ogni contribuente.
Tecnicamente viene definito “catasto geometrico particellare”, cioè contenente l’indicazione su mappa dell’esatta figura geometrica delle singole particelle immobiliari: nei sommarioni allegati, di ciascuna proprietà terriera (anche la più minuscola) oltre all’estensione veniva indicato il proprietario, la destinazione d’uso e la stima del suo valore».

Quale è oggi la sua importanza?
«Dal punto di vista documentale, molto grande: ci consente infatti di mettere a fuoco in dettaglio il territorio galliatese nella prima metà del Settecento.
Per lo storico costituisce una fonte insostituibile per comprendere come si presentava il borgo tre secoli fa e quale era la sua economia».

Perché è chiamato catasto “teresiano”?
Perché fu Maria Teresa d’Austria a renderlo operativo, anche se in realtà le misurazioni peritali furono fatte eseguire dal padre, l’imperatore Carlo VI. Quando il Novarese, nel 1738, fu integrato nel Regno di Sardegna, il catasto voluto dagli Asburgo andò a completare l’analogo catasto sabaudo, di non molti anni precedente.

Quanto tempo fu necessario per mappare l’intero territorio galliatese?
«Il territorio di Galliate, o meglio di “Gagliate” (come compare nei documenti originali), fu misurato tra l’8 aprile e il 2 novembre 1723, anche se i dati raccolti vennero riportati sui 50 fogli costituenti la mappa del borgo solo nell’aprile del 1725».

Chi fu incaricato delle rilevazioni sul terreno?
«Sull’intestazione del primo dei fogli galliatesi si legge che il “territorio di Gagliate, squadra di Trecate, contado di Novara, [fu] misurato dal geometra Bartolomeo De Giovanni […] con l’assistenza di Andrea Panigone, Francesco Panigone, Carlo Moncii, Gaudenzio Ferraro e Bernardo Marchi”. I disegni sono invece opera di “Francesco Ferradini e Antonio Ludovig”».

Come vennero svolte le misurazioni?
«Gli agrimensori si servirono di uno strumento innovativo, la tavoletta pretoriana, così chiamata dal suo inventore, il matematico Johannes Praetorius.
Tale strumento tecnico, che permetteva di misurare tutto il territorio in modo uniforme, era formato da una tavoletta di legno montata su treppiede e corredata da una riga provvista di un particolare cannocchiale, detto diottra».

Dove si trovano i disegni del catasto relativi a Galliate?
«Per il Novarese la documentazione originale è conservata presso l’Archivio di Stato di Torino ed è liberamente consultabile on-line».

Il servizio integrale insieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara sul nostro settimanale, in edicola venerdì 3 novembre. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui.

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