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L’estate novarese ha attraversato fasi differenti, distinte e riconoscibili. Se vogliamo, questa è la prima vera differenza con alcune altre estati del recente passato che sono state una sorta di monologo di caldo dall’inizio alla fine. Credo che non stupisca nessuno il fatto di sapere che, nonostante la percezione comune di estate “fresca”, più che altro dovuta al mese di luglio, parliamo comunque di una stagione che ha contemplato uno scarto di +2,4° dalla media 1961-90 e di +1,0° dalla calda media 1991-2020. Lontana dai record, ma decisamente calda. Il tutto a causa di un giugno praticamente fuori scala e di una altrettanto rovente parte centrale di agosto.

Mi si conceda, visto che oggigiorno l’anticiclone africano è davvero capace di diventare un potente nemico, di avere un punto di vista non “caldofilo”.

Giugno è stato il secondo più caldo della serie – dati elaborati dall’anno 1804 – alle spalle esclusivamente del giugno 2003, con uno scarto di +4,7° dalla media 1961-90 e di +3,0° dalla media 1991-2020. Una lunga serie di minime superiori ai 20 gradi (definite “tropicali), culminate con i +24,5° del giorno 29, ha reso pesanti e faticose le notti dei novaresi, non solo in mezzo alla città. Lunga anche la sequenza di giornate over 30 gradi di massima, partita il giorno 11 e culminata con i 35,2° del 28. Scarsissima la pioggia in questa fase (solo 18,6 mm) appannaggio quasi esclusivo dell’unico temporale del mese, il giorno del Solstizio, verso l’ora di cena. Una tale secchezza, unita al gran caldo, ha fatto temere il peggio, se non che… incredibilmente è arrivato uno dei mesi di luglio più clementi degli ultimi anni. Dopo un inizio molto caldo, rilevante è stato il crollo delle temperature del giorno 8-9 per via di una saccatura nord atlantica particolarmente pronunciata; il tutto non prima di aver pagato dazio ai forti temporali del 6-7, come di frequente avviene a seguito di un periodo di caldo eccessivo; su questo tornerò più avanti.

Al mattino del 9 le temperature minime scendevano a +14,4° in città, e addirittura localmente al di sotto dei 10 gradi in alcuni paesi, circostanza che nel complesso non capitava dalla metà di luglio del 2016 (nove anni fa). A questo punto il mese ha proseguito nella pura e semplice normalità, con alternanza di giornate di caldo moderato (massime sui 30-31) e altre giornate con massime relativamente fresche (26-27 gradi con il Sole), e nuovi passaggi temporaleschi di moderata entità il 21 e il 24.

Ed ecco che luglio ha così chiuso con un’anomalia di +0,9° dalla ormai obsoleta 1961-90 e di -0,1° dalla 1991-20. Attenzione tuttavia a non farsi sfuggire il fatto che un luglio simile sarebbe stato considerato caldo fino a una ventina di anni fa e che, basta tornare al 2021, per trovarne uno ancora meno caldo a Novara. Più marcate le anomalie nel nord della provincia dove localmente il luglio 2025 è il più fresco degli ultimi 11 anni (dal 2014).

Agosto è stato caldo e variabile: dopo un inizio nella norma, è tornato caldissimo dal giorno 8 in poi. La heat-wave, di assoluta rilevanza, è culminata con le altissime minime dell’11 e del 14 (25,2° – entrambe nella top ten delle più elevate) e con un filotto di massime sopra i 34 gradi. La “rottura” dell’estate è invece avvenuta il 20 con una decisa flessione termica e il ritorno delle piogge e dei temporali rinfrescanti. Al netto di una prima e una terza decade normali, la fortissima ondata di caldo della seconda decade ha condizionato l’intero mese producendo scarti positivi (+1,8° dalla 1961-90 e +0,3° dalla 1991-2020) – roba “già vista”, s’intenda.

Le precipitazioni sono state eccedenti – 325,2 millimetri – a fronte di una media storica di 209. In questo ha contribuito la piovosissima terza decade di agosto (162,2 mm dal 20 al 31) che ha ribaltato una situazione fino a quel momento deficitaria. La piovosissima giornata del 28 agosto ha portato 76,4 mm, caduti tutti tra mattino e primo pomeriggio, che hanno allagato alcune strade della città, in particolare la zona Stazione. Viale Manzoni era sotto 30 cm d’acqua.

Contrariamente a molti degli ultimi anni, l’attività temporalesca non è stata nel complesso particolarmente violenta sulla nostra provincia, anche se occorre segnalare il fortissimo temporale con downburst del 6 luglio, le cui raffiche hanno localmente superato i 100 chilometri orari. E’ stato scoperchiato un tetto in viale Volta. Alberi sradicati e mais atterrato hanno riguardato il territorio compreso tra Briona, Sillavengo, Mandello, Castellazzo, Casaleggio, Vicolungo e i quartieri settentrionali e occidentali della città (negli ultimi anni al contrario erano stati più colpiti i quartieri meridionali).
Altri fenomeni rilevanti, il downburst di Landiona del 21 giugno, le grandinate che hanno interessato la parte orientale della provincia il 21 agosto (chicchi da 4 cm a Galliate). Esteticamente stupendo il transito della squall line (linea temporalesca da fronte freddo) della sera del 7 luglio, con il cielo che si è fatto viola; una bellissima ed estesissima “shelf cloud” ha annunciato il fronte delle raffiche che ha “spazzato” con colpi di vento sui 60-80 chilometri orari tutta la provincia da nordovest a sudest, a seguito del quale il miglioramento del tempo ci ha restituito un cielo pulitissimo e aria molto fresca.

Questo articolo e altri servizi e approfondimenti dalla Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale in edicola e online da venerdì 26 settembre. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando qui.

Luca Dal Bello, storico del clima e Validatore dei dati del Centro Meteo Lombardo

Luca Dal Bello, storico del clima e Validatore dei dati del Centro Meteo Lombardo

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