«A che punto sono gli F35?«. E’ la domanda di molti sul progetto folle e costosissimo dei nuovi aerei da guerra, cacciabombardieri, predisposti anche per il trasporto di bombe nucleari, il cui costo si aggira attorno ai 14 miliardi di Euro. Come è noto il luogo dell’assemblaggio di questi aerei è Cameri, vicino a Novara».
Così scrivevo nel lontano ottobre 2010 su Mosaico di Pace, la rivista promossa da Pax Christi. E oggi a che punto siamo? Ce lo ricorda un articolo della Stampa: «Cameri, trentadue ambasciatori della Nato in visita allo stabilimento degli F35. La sicurezza dei cieli europei passa dallo stabilimento di assemblaggio dei velivoli F35 di Cameri. Oggi più che mai».
Eh già. Proprio così! Ormai la retorica della guerra è dilagante. E con i conflitti in corso diventa più facile proclamare che abbiamo bisogno di sicurezza e di spendere tanti – tantissimi! – soldi per le armi!
Tutto sembra ruotare intorno agli interessi dei mercanti di morte e dei piazzisti d’armi. L’economia, la politica e l’informazione (legare l’asino dove vuole il padrone con il quotidiano la Repubblica che annunciava un dibattito online “sul ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano, con la partecipazione del direttore e del ministro della Difesa”). Qualche volte: anche la chiesa.
Non nascondo la stanchezza di ripetere da anni – da decenni – le stesse cose.
Era il 25 gennaio 2007 quando il presidente di Pax Christi monsignor Valentinetti e monsignor Charrier, vescovo di Alessandria e responsabile della Pastorale sociale Piemontese, scrivevano: «Desideriamo riaffermare, come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra. Ci riferiamo, in particolare, alla problematica sorta recentemente sul nostro territorio piemontese relativa all’avvio dell’assemblaggio finale di velivoli da combattimento da effettuarsi nel sito aeronautico di Cameri (Novara)». L’enciclica di Paolo VI Populorum Progressio del 1967 al n. 53 ribadiva: “Quando tanti popoli hanno fame, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi».
Esattamente un anno fa, avevo scritto un breve pezzo che la Stampa di Novara aveva pubblicato. « A chi servono gli F-35? – mi domandavo e mi rispondevo – A chi li produce». Concludevo «Il 10 dicembre 2010 il sottoscritto è stato accolto all’aeroporto di Cameri – insieme a don Mario Bandera, padre Domenico Cremona e Francesco Vignarca di Rete Pace e Disarmo – dalle massime autorità dell’Aeronautica italiana. Vogliamo ritrovarci ancora? Magari con i politici? Magari anche con il Ministro Crosetto? Perché la pace è una cosa troppo seria, e non il pallino di qualcuno».
Ovviamente – come risposta – un silenzio di tomba. Ma, perché non vinca lo sconforto ma la speranza, mi sono ricordato di una lettera che avevo scritto, nel lontano 2007, a madre Anna Maria Canopi, badessa del monastero all’Isola San Giulio: «le chiedo innanzitutto scusa se questa mia lettera dovesse risultare un’intrusione indebita nella vita della sua comunità sull’Isola. Il motivo è che in queste settimane, in diverse occasioni, ho ascoltato persone che, in modo più o meno esplicito, hanno fatto riferimento alle monache come uniche persone che possono vivere il Vangelo. Sì, perchè, veniva detto che certamente il Vangelo è importante ma.. come si fa a prenderlo sul serio, bisogna essere realisti, pragmatici e fare i conti con la realtà.
Avrà sentito che, quest’anno, sono aumentate le spese militari e che, lo scorso 7 febbraio, è stato firmato un accordo per assemblare, a Cameri, nuovi aerei caccia Joint Strike Fighter F35. .. portano posti di lavoro, è un’opportunità unica da cogliere al volo, se non li facciamo noi li faranno altri… e così via. La scelta etica è passata in secondo piano e, in questo caso, ciò che è lecito diventa anche etico. Il Vangelo viene affidato a Voi, in clausura. Ecco perchè, reverenda Madre, chiedo a lei e alla sua comunità una preghiera perchè lo Spirito ci aiuti a riflettere, a fermarci tutti un po’ di più e a chiederci il senso di tante scelte, quale futuro vogliamo costruire, quale società, quale mondo… perchè davvero si possa ancora proclamare oggi che, come ci ricordava l’amato vescovo, padre Aldo Del Monte, ‘la gloria di Dio è l’uomo vivente’».
Don Renato Sacco, Consigliere nazionale
di Pax Christi.