È un percorso condiviso a livello di Unità pastorale missionaria “Madonna del Boden”. Si tratta de “Sei tu il mio prossimo”, la serie di tre incontri che a partire dal prossimo venerdì 20 ottobre coinvolgerà le realtà parrocchiali di Ornavasso, Mergozzo, Gravellona Toce, Casale Corte Cerro, Baveno, Stresa, Gignese. Lo spunto è dato dalla lettera pastorale del Vescovo di Novara scritta per questo anno, che pone l’interrogativo “Chi è il mio prossimo”? Partendo proprio da questo invito a riscoprire la sapienza della carità evangelica, le comunità intendono darsi una risposta.
In questo cammino non saranno da sole. Ad accompagnarle nella riflessione, di volta in volta, vi saranno dei relatori e saranno suggerite alcune testimonianze. Il primo incontro, che si svolgerà tutti insieme, come detto è in calendario venerdì 20 ottobre, alle 20.45, nella sala Nostr@Domus a Baveno.
Ascoltare, vedere e conoscere sono i tre verbi attorno i quali proporrà una riflessione “operativa” don Giorgio Borroni, nelle vesti di direttore dell’Ufficio Caritas della Diocesi di Novara. L’incontro è aperto a tutti, in modo particolare ai membri dei consigli pastorali delle diverse Parrocchie, a catechisti e catechiste, agli operatori pastorali.
Un secondo incontro, il 17 novembre, sarà inter-parrocchiale, con due appuntamenti in contemporanea a Stresa e a Gravellona Toce. Avrà il carattere di condivisione, per capire insieme come le realtà parrocchiali concretamente possano mettere in pratica delle azioni pastorali. Partendo da quanto già eventualmente si attua per arrivare a nuove proposte. Il terzo incontro avrà un taglio maggiormente spirituale. Il 3 dicembre, alle 15, a Stresa si pregherà e si approfondirà il tema della “Carità”, nel suo significato più alto, prendendo spunto dalla testimonianza e dagli insegnamenti di Antonio Rosmini.
«Questi tre incontri – spiega don Roberto Sogni – vogliono far comprendere alle nostre comunità che è esistenziale il camminare insieme. E più che dirlo, come sacerdoti di questa Unità pastorale missionaria vogliamo farlo. È arricchente per noi parroci, auspichiamo che lo sia anche per la nostra gente».
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