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Scuola, chi sei? Se ti chiedessi chi sei, forse mi risponderesti con la voce dei secoli. Sei timore e desiderio, silenzio e ascolto, ordine e rivelazione. Ma non sei solo questo. Forse, o scuola, ti presenteresti con la lingua di Orazio che, nella sua Ars Poetica, ammonisce: “aut prodesse volunt aut delectare poetae” (tr. I poeti vogliono essere utili o deliziare) – e così anche tu, scuola, esisti per giovare e per piacere, per insegnare e affascinare.

O scuola, hai forse l’anima del monaco e il corpo del cittadino romano. Un tempo ti cercavano nei chiostri, tra i codici miniati e le voci basse dell’amanuense; oggi ti trovi anche nei tablet e nei server, tra le notifiche e i feed. Eppure, la tua essenza non cambia: sei il luogo dove si impara a cercare, non solo a sapere.

Chi sei? Sei forse ancora l’incontro fra Cicerone e Benedetto da Norcia: humanitas e ora et labora, parola e lavoro, logos e preghiera, mente e cuore. Un dialogo infinito fra il sapere che interroga e la fede che abbraccia.

Sei tradizionale, sì: perché onori il passato come un’eredità viva. Sei innovativa, certo: perché sai che l’eredità non va “incelofanata”, ma seminata ogni giorno in menti nuove. Allora, scuola, sei forse il nostro eterno tentativo di diventare ciò che siamo. E per questo, non finiremo mai di imparare.

Scuola, chi sei? Oggi parli con l’IA, non può farci paura l’Intelligenza Artificiale più della stupidità umana che rincorre ancora oggi il consenso con i residui delle ideologie del XX secolo o con le false illusioni della propaganda e della mercificazione del sapere. Le famiglie e il corpo docente, la politica e la società, rischiano di rincorrere il mondo giovanile sulle strade delle nuove tecnologie e dell’IA mentre hanno ancora il dono dell’arte di vivere da consegnare ai più giovani! Occorre però essere affascinanti e credibili e saremo creduti, se sapremo essere credibili. La scuola così come il mondo degli adulti può educare alle sfide vere solo dando trasparente e appassionata testimonianza di coerenza nell’umile ricerca della verità.

Scuola, chi sei? è la domanda che attraversa il “cuore e la mente” di maestri e docenti, personale amministrativo e scolastico che ci hanno messo passione e impegno, degli studenti di ogni età delle scuole e di ordine e grado che nei mesi di questo anno scolastico giunto al suo termine ci hanno messo impegno nello studio e nella crescita umana e intellettuale, dei genitori che accompagnano all’età adulta con la difficile arte di educare i figli. E’ la domanda della società che oggi nelle nuove generazioni vede crescere gli uomini e le donne di domani.

Sì, mese di giugno, le aule si svuotano per la fine delle lezioni dell’anno scolastico, sale la trepidazione per gli studenti che hanno le prove degli esami, c’è ancora attesa dei “cartelloni” – oggi ridotti ad anonima App che gli studenti neppure leggono se in 7-8 secondi sanno di essere stati ammessi alla classe successiva – ma si salva ancora il tempo dei colloqui in presenza per far dialogare scuola e famiglie sull’educazione dei figli. è l’occasione per non smettere di sognare…

Scuola e famiglie sono così al centro della riflessione sul cammino educativo delle nuove generazioni in questo secondo decennio del XXI secolo, hanno ancora una chance! Sì, perché oltre ai voti e ai giudizi, si può parlare ancora tra adulti delle persone di cui ci si è presi cura nei mesi e nelle stagioni dell’anno scolastico, segno e simbolo di un tempo di cambiamenti.

Sì, tempo di crisi epocale di cambiamenti di costumi sociali. Ma la scuola resta un grande “segno di speranza” con la capacità di sognare con i giovani (Snc, n.12). Gli adulti non possono perdere il fascino della maturità della vita che possono condividere con le nuove generazioni. I bambini, i ragazzi, i giovani sempre ci danno uno sguardo diverso sul mondo, libero da pregiudizi e preoccupazioni. Occorre tornare a guardare al futuro con i giovani! Gli adulti – famiglie, docenti, personale amministrativo e scolastico – non possono dimenticarsi di essere stati bambini, ragazzi e giovani.

L’esperienza, quella “sapienza della vita” che anima nelle società semplici, non può essere persa nella “società multilaterale e digitale”, La Scuola vera che educa alla vita si gioca sul confine dove la persona cresce in terre che sembrano non avere più confini: occorre ridefinire itinerari educativi e percorsi di relazione alla luce dei valori intramontabili della persona.

Giovani e adulti insieme non possono perdere il desiderio di sognare, di immaginare, di pensare ad un futuro diverso per il quale impegnarsi fin d’ora.

In una ricerca pubblicata nel 2024 (cfr. Neva M. Corrigan – Ariel Rokem – Patricia K. Kuhl, COVID-19 lockdown effects on adolescent … in PNAS, vol. 121 | No. 38, passim), si afferma che i bambini e gli adulti, dopo la pandemia, hanno ridotto la loro capacità di fantasticare. Ma il sogno è essenziale per la realizzazione di sé ed è essenziale in un bambino per sviluppare la conoscenza del mondo. I contesti educativi sul territorio possono ritornare a dare spazio a questa competenza di base attarverso patti educativi che vedano in rete scuola e territorio.

La scuola quotidianamente mette a contatto bambini, adolescenti e giovani adulti: ascoltare i loro pensieri, le loro paure, i loro sogni ci permette di toccare con mano il mondo in cui viviamo, fatto di meraviglie ma anche di innumerevoli fatti critici. In questo momento la Chiesa e la società civile possono cercare contesti nei quali poter incontrare persone con uno sguardo più ampio, capaci di andare oltre all’apparenza, pieni di meraviglia di fronte alle piccole cose.

Siamo una generazione che può ancora sognare, non ci dobbiamo focalizzare solo sugli aspetti pratici della vita quotidiana, sulla tanta (troppa!) burocrazia nel mondo del lavoro, della scuola e nella vita civile, sulle tensioni in politica internazionale che tornano alla ribalta quotidianamente: dobbiamo vedere la vita con gli occhi di un bambino, custodendo la stupore.

Sognare non è un qualcosa legato esclusivamente ai giovani, sognare ci tiene giovani e farlo assieme alle nuove generazioni ci aiuta a rimanere presenti e attivi nella società di oggi e del domani: tutto questo significa che non importa l’età anagrafica che si ha, ma bisogna sempre essere al “servizio” dei giovani ed immedesimarsi in loro per aiutarli.

Una ardente passione per il senso della vita è il carburante più potente per i nostri sogni e per una società migliore. è possibile un cambiamento di vita soltanto dove l’uomo si sente accolto e ascoltato negli interrogativi che toccano le strutture portanti della sua esistenza: gli affetti, il lavoro, il riposo e il tempo libero, la cura della vita interiore.

Scuola, chi sei? Sono la società che viviamo ogni giorno con le sue luci e le sue ombre, sono quello che anche quest’Estate sapremo preparare per l’anno prossimo!

La pausa estiva dell’anno scolastico sia un tempo utile per rivedere nel cammino della propria vita – secondo l’età, il ruolo, il percorso che stiamo facendo – l’orizzonte e il tragitto verso la meta.

Don Gianmario Lanfranchini

Don Gianmario Lanfranchini, Insegnante dell’Istituto Gobetti Omegna

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