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«Oggi sarà un anno esatto da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina e da quando i miei connazionali hanno dovuto abbandonare il Paese. In fuga dai bombardamenti, lasciando case, famiglie e lavoro».

A ricordare l’anniversario dell’avvio del conflitto è padre Yuriy Ivanyuta, 44 anni, responsabile delle comunità ucraine nei territori di Novara, Vercelli e del Verbano Cusio Ossola e da sempre riferimento della sua comunità. Ancor di più da quando la chiesa del Carmine della parrocchia Natività di Maria Vergine a Novara, è diventata un approdo, un luogo dove chiedere sostegno, per tanti ucraini giunti nel Novarese.

Un anno di famiglie in fuga alla ricerca di una sicurezza e, ora, di una stabilità. Dodici mesi che saranno ricordati con una manifestazione nel capoluogo. «L’abbiamo intitolata – rileva padre Ivanyuta – “Un anno di guerra”. Si terrà il 24, alle 15, in piazza Duomo. In questi giorni stiamo ultimando i dettagli. Il solo obiettivo è stare insieme in una data per noi significativa».

Tutti sanno, infatti, «come i russi abbiano una forte ‘attrazione’ per le ricorrenze. Nel Paese sono in tanti a temere un attacco missilistico in questi giorni in cui cade il primo anno di guerra. Anche noi in Italia siamo sempre in ansia per quanto accade in quella che è la nostra terra e accogliamo le notizie che giungono dall’Ucraina con grande preoccupazione».

La situazione a oggi, quanto al numero di ucraini accolti sul nostro territorio, continua a variare.

«Difficile fornire un dato preciso – commenta padre Yuriy – A Novara sono ancora 400, circa 200 i bambini. È capitato che qualcuno rientrasse in patria, ma molte di queste persone sono poi tornate qui, dove hanno creato rapporti di amicizia importanti con le famiglie che li hanno accolti. Per questo dico che è un numero che oscilla ogni giorno. Certamente Novara è il territorio che, in Italia, con Rimini, ha accolto il maggior numero di profughi. All’inizio erano giunte 700 persone».

L’articolo integrale, accanto alla testimonianza di una famiglia e al racconto del lavoro dell’associazione Holos, sul nostro settimanale in edicola venerdì 24 febbraio e disponibile anche online.

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