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Questo primo maggio il Sindacato Confederale ha deciso di rendere omaggio alla nostra carta costituzionale a 75 anni dalla sua entrata in vigore. Una Carta che va difesa ogni giorno nei suoi principi e che, come ci ha ricordato Mattarella in questi giorni, è figlia della lotta antifascista che ha permesso a noi oggi di vivere in libertà.

Libertà e lavoro sono quindi un binomio inscindibile oggi come allora: non può essere libero chi non ha un lavoro e resta inchiodato ad un presente non tollerabile ed in attesa di un futuro troppo spesso inesistente. È il lavoro che rende liberi ciascuno di noi ed è la chiave di volta nella vita di ognuno di noi e delle nostre comunità. Il lavoro come primo principio fondamentale della Repubblica italiana è un diritto personale e un dovere sociale che deve essere garantito e valorizzato.

Un lavoro che deve essere dignitoso, giusto, inclusivo; che deve dare dignità alla persona e che deve essere soprattutto sicuro perché l’integrità della persona è parte essenziale del nostro patto costituzionale.

Ma anche quest’anno purtroppo si registrano numeri altissimi di infortuni e di questi ancora troppi sono mortali (13 nei primi due mesi del 2023 in Piemonte).

Una scia di sangue che va fermata attraverso una forte azione sinergica tra tutti i soggetti che a vario titolo si occupano della stessa: imprenditori, lavoratori, istituzioni. Azione che ha bisogno di investimenti pubblici per formare ed assumere professionisti che operano nei servizi ispettivi.

E’ altresì necessario un cambiamento culturale profondo che passa dalla consapevolezza che la sicurezza non è un costo bensì un valore aggiunto, non solo per la qualità di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche una opportunità di crescita per le aziende in termini di competitività e produttività. I dati confermano che nella maggior parte dei casi ci sono carenze organizzative e gestionali all’origine degli infortuni che se corrette gioverebbero sicuramente alla produttività.

Ma credo valga la pena fermarci a riflettere che oltre ai costi economici per le aziende, ci sono costi per la collettività in termini di cure, che nel caso delle malattie professionali possono durare nel tempo. Malattie professionali sulle quali non si pone particolare attenzione ma che rappresenta la principale causa di morte di origine occupazionale, fenomeno la cui entità è fortemente sottodimensionata. Per questo come Cisl abbiamo deciso di passare dalla semplice protesta alla proposta attivando un numero dedicato alla presa in carico dei soggetti il cui stato di salute precario possa essere ricondotto al lavoro. Poi ci sono i cosiddetti costi intangibili, che non possiamo sottovalutare, e sono quelli sociali di famiglie distrutte da morti senza senso, di genitori che non possono prendersi cura dei propri figli per i postumi lasciati dagli infortuni, di famiglie che vedono compromesso il loro futuro.

E strettamente connesso al tema della sicurezza nei posti di lavoro vi è quello della legalità sul quale non va abbassata la guardia soprattutto in questo tempo in cui vanno messe a terra le ingenti e necessarie risorse del PNRR, che rimangono la vera opportunità da non sprecare per riformare questo Paese nel segno dell’equità, dell’inclusione e della sostenibilità.

Ma è Papa Francesco che ci indica la strada quando definisce, nell’Evangelii gaudium, il lavoro umano con quattro termini: “Libero, creativo, partecipativo e solidale”.

E’ su questo che dobbiamo sentirci tutti impegnati come comunità e come soggetti sociali ed istituzionali perché nel lavoro si metta veramente al centro la persona.

E per la CISL l’aggettivo “partecipativo” usato dal Papa è da sempre un elemento strategico a tal punto che abbiamo presentato una proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione, prevista in maniera lungimirante dai padri costituenti ma mai attuata, una opportunità da cogliere per affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo.

Solo partecipando insieme daremo il nostro contributo perché il lavoro sia per tutti dignità e certezza di un futuro migliore.

Elena Ugazio

Elena Ugazio,
Segretaria Generale Cisl
Piemonte Orientale

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