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Ottantuno volti e storie diverse, unite dal desiderio di camminare insieme grazie al Giubileo organizzato dalla diocesi. Da quasi tutti i vicariati della diocesi di Novara i pellegrini si sono messi in cammino verso le porte sante del Giubileo vivendo tre giorni intensi, tra preghiera, incontri e meraviglie artistiche che soltanto che soltanto Roma può donare.

Tre le basiliche che hanno segnato i soggiorni romani dal grande valore interiore in cui ciascuno ha potuto rigenerarsi spiritualmente. Un percorso impegnativo – guidato dal delegato diocesano per il Giubileo don Gianmario Lanfranchini -, ma con il cuore acceso, dai più giovani fino a chi sfiora i novant’anni portando a casa la gioia di sentirsi parte viva di una Chiesa che guarda avanti, insieme a Papa Leone, con fiducia e vera speranza.

Mons. Ciampanelli: «Sentiamoci amati da Dio»

Accolti da un clima di profonda cordialità, i pellegrini hanno vissuto un incontro ricco di emozione con monsignor Filippo Ciampanelli, vescovo novarese sottosegretario del Dicastero per le Chiese orientali. Presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina su via della conciliazione è stata celebrata la Santa Messa dove le parole hanno toccato il cuore dei presenti diventando stimolo di riflessione per vivere ancora meglio il pellegrinaggio.

«Siamo amati da Dio e chiamati a essere santi – ha suggerito mons. Ciampanelli – Tutti sappiamo quali sono le cose migliori per la nostra vita, ma spesso facciamo il contrario: eppure Dio ci incoraggia a fare sempre meglio con le nostre forze». Sono parole che hanno acceso fiducia nei fedeli proseguite nell’invito a «non arrendersi alle paure e alle insicurezze della vita, perché il Signore conosce ciascuno e lo stimola donandogli valore e importanza». Dopo la celebrazione, il vescovo ha accompagnato il gruppo a visitare il palazzo del dicastero, condividendo con semplicità il suo quotidiano servizio alla Chiesa universale.

Da Borgomanero a Roma per sei giubilei

Un mosaico di volti e di voci, quello dei pellegrini che unisce esperienza e speranza che ha infiammato il cuore di molti. Un cammino condiviso, dove la fede si rinnova nel contatto con gli altri e nel dialogo con Dio, nel cuore di Roma e nella quotidianità di ciascuno. Emilia Borgna di Borgomanero, memoria viva di una fede che dura da decenni, ha alle spalle quattro giubilei ordinari e due straordinari. Nove papi hanno accompagnato il suo cammino spirituale, dal primo pellegrinaggio con i genitori durante il pontificato di Pio XII, «uomo dal temperamento forte e incisivo», fino all’attuale papa Leone. «Mi ha colpito – racconta – la sua capacità di stimolarci a essere cristiani nella vita di ogni giorno, riflettendo sui problemi che ci circondano per aiutare i giovani e gli adulti a riscoprire i veri principi e valori». Emilia ringrazia il Signore per averle concesso di partecipare anche a questo Giubileo e lascia ai giovani un messaggio semplice ma profondo: «Bisogna tornare a colloquiare con Gesù».

Da Orta per incontrare la Chiesa universale

Con lei, anche don Stefano Capittini e i parrocchiani di Orta, Miasino e Pisogno, giunti a Roma per «respirare un po’ di cattolicità in un respiro più ampio di Chiesa». Il parroco racconta come l’esperienza del pellegrinaggio abbia rafforzato i legami tra le comunità da lui guidate: «Fa bene guardarsi intorno, sentirsi parte di una Chiesa universale, riprendere entusiasmo e non sentirsi soli nella vita di fede partendo da queste significative esperienze». Momento particolarmente toccante per i parrocchiani è stata la celebrazione nella basilica di San Paolo fuori le Mura, dove l’abate celebrante ha invitato i fedeli «a guardare al cuore della propria vita dentro la grandezza dell’esperienza di fede che travolge e rinnova».

Spiritualità e stupore: le voci dei pellegrini

Anche due coppie omegnesi hanno scelto di vivere, a breve distanza l’uno dall’altro, due pellegrinaggi significativi in questo anno giubilare: Medjugorje e Roma. «In entrambe le esperienze – raccontano – si respira la stessa emozione spirituale di essere in cammino. In piazza San Pietro, davanti a papa Leone, si avverte la forza di una moltitudine che crede ed è stimolata a farlo dalle sue parole, mentre a Medjugorje l’intensità di preghiera fa la differenza interiore più mistica e raccolta. Vedere Leone dal vivo lascia un’impressione particolare: ti senti parte della storia e più vicino alle verità in cui credi». Luca di Baveno racconta con visibile emozione di essere partito con uno spirito e di tornare profondamente cambiato.

«Ho vissuto una fase di trasformazione – confida – e mi ha toccato nel profondo una figura raffigurata nella Cappella Greca del Dicastero delle Chiese orientali. È come se un segno silenzioso avesse illuminato il mio cammino interiore». Anche Matteo Cagia, già protagonista delle nostre pagine per il suo lungo pellegrinaggio da Roma a Santiago invita ancora una volta tutti i giovani a prendere coraggio: «andare e mettersi in cammino è la parola d’ordine perché il pellegrinaggio arricchisce chi lo vive. È un viaggio esteriore e interiore che insegna a scoprire se stessi e, passo dopo passo, a ritrovare la capacità di ascoltarsi, in silenzio e con fiducia».

L’articolo e altri servizi dalla Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale in edicola e online da venerdì 30 ottobre. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando qui.

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