“L’Europa della pace, della giustizia sociale e del primato della democrazia”, “Chi vuole la guerra prepara le armi. Noi prepariamo la pace”, “No al piano di riarmo europeo”: questi alcuni degli striscioni alla manifestazione di Domodossola. Davanti al Palazzo di Città un centinaio di persone ha presenziato all’iniziativa, nata da un gruppo di cittadini che fa riferimento al Coordinamento Ossola Sociale.
Massimo Di Bari, primo firmatario della sottoscrizione, ha aperto gli interventi dei manifestanti che, a titolo personale, hanno voluto esprimersi. «Porteremo l’appello – ha assicurato – con le firme nei consigli comunali e ai nostri rappresentanti in Europa per fare sentire la nostra voce».
Le prime sottoscrizioni sono 160. Priva di simboli di partito o di associazioni, la manifestazione ha sostenuto la necessità di un’Europa fedele agli ideali originari. Tra i partecipanti, il missionario Don Benoit Lovati. «Il riarmo – evidenzia – non porta da nessuna parte. L’abbiamo sperimentato già qualche decennio fa e lo stiamo verificando oggi in molti posti del mondo. Non è la soluzione, non è questo il percorso. Ho vissuto 15 anni in Ciad e ho visto spendere per armi invece che per educazione e sanità».
Piergiorgio Borsotti sottolinea: «La pace che vogliamo non è solo una tregua di mesi o di anni. La pace deve essere sostanziata di libertà e giustizia, interna e internazionale, altrimenti l’elastico che soprattutto noi occidentali (ma non solo) siamo abituati a tirare si romperà».
Giusy Golotta aggiunge: «Sono un’idealista. Vorrei un’Europa di Stati che collaborano per la promozione dei diritti umani. La cooperazione è la parola che dovrebbe essere il nostro punto di riferimento e non credo che la soluzione migliore sia il riarmo».
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