Quando il volontario non chiede nulla ma offre tutto di sé. Fino allo sfinimento. Sembra altamente simbolica la fotografia di due “dame” che hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano dell’Oftal prendendosi cura dei malati. Sopraffatte dalla fatica, hanno approfittato di un attimo di pausa, per appoggiarsi a un lembo di tavolo, in cerca di un briciolo di riposo. L’impegno di chi dedica parte del suo tempo per la cura degli altri non ha confini.
Riguarda chi prepara un pasto per chi non avrebbe da mangiare, chi assiste i pazienti all’ospedale, chi si preoccupa dei bambini e chi non dimentica le tante fragilità che affliggono questo mondo così opulento da aver bisogno di tutto. E – certo – anche coloro che seguono i malati – qualche volta afflitti da patologie importanti – che si rivolgono alla Madonna di Lourdes con la speranza di trovare un conforto fisico. I pellegrinaggi dell’Oftal durano pochi giorni ma sono intensi. Il viaggio, i tempi dell’accoglienza, la sistemazione nelle camere, le funzioni che seguono ritmi incalzanti. Chi partecipa sa che l’impegno è assoluto.
Talvolta al limite delle proprie forze.
Lorenzo Del Boca, direttore del Settimanale Diocesano Novarese