“L’importante è la salute!” si usa dire. E ci si accorge di questa importanza quando abbiamo bisogno di cure, di ‘difendere’ la salute. Invece sempre più si investe sulla guerra, chiamandola ‘difesa’, sulle armi, ovviamente per ‘difesa’. Vale per le armi vendute a Israele, nonostante il Governo abbia cercato di negare. Vale per le armi che da tempo inviamo all’Ucraina. Il giorno dopo la tragica invasione da parte della Russia, l’unica strada che l’Italia e la UE hanno scelto è stata quella dell’invio di armi. In un silenzio assordante della politica, che non ha voluto cercare altre strade. E l’Italia ha inviato una quantità enorme di armi a Kiev, a volte addirittura con la scritta ‘aiuti umanitari’.
L’Italia è anche l’unico Paese a non dettagliare l’elenco di armi inviate. Top secret. E il procuratore Nicola Gratteri, in una intervista Tv di parecchi messi or sono, alla domanda: “lei ha qualche dubbio che le armi che inviamo in Ucraina possano finire nella mani della criminalità organizzata?” Ha risposto: “non ho il dubbio, ho la certezza!”. La quantità assurda di morti è l’unico da certo. “Di quanti morti abbiamo bisogno – si chiedeva papa Francesco nel 2022 – per arrivare ad un cessate il fuoco, per dire no alla guerra”? Il risultato di tutto ciò è un forte rilancio delle industrie delle armi. Una lobby potentissima. Non sappiamo bene quanto l’Italia abbia investito nelle armi per l’Ucraina. Certo è che ora il piatto piange. Non ne abbiamo più per noi! E il Ministro della difesa Crosetto, qualche tempo fa, ha affermato che “le industrie delle armi stanno vivendo il miglior periodo degli ultimi anni. La domanda è molto più alta dell’offerta”.
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Don Renato Sacco, Consigliere nazionale di Pax Christi
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