Condividi su

Sei nuovi diaconi per la Diocesi di Novara. Sono stati ordinati questa mattina, sabato 20 settembre, dal vescovo Franco Giulio Brambilla, in un Duomo gremito (foto Alessandro Visconti).

Un numero così notevole di nuovi diaconi mancava da anni. A evidenziarlo lo stesso vescovo. L’ultima volta, «se abbiamo contato bene, risale al 2018. Ringraziamo il Signore per questo», ha commentato Brambilla.

Un ringraziamento che il vescovo ha fatto con timore, pensando alle nuove generazioni e invitando i giovani a farsi avanti. Scherzando ha invitato a farlo subito: «chi volesse, lo può fare anche ora!».

I nuovi diaconi

I sei nuovi diaconi rappresentano diverse aree della Diocesi.

Due sono originari della parrocchia di Masera. Sono Luca Ariola e Francesco David.

Francesco, 29 anni, prima di iniziare il percorso di discernimento e formazione in Seminario, ha compiuto studi in Fisica, ha svolto servizio pastorale nelle parrocchie di Domodossola, Castelletto Ticino e Ornavasso. Luca ha 32 anni, ha conseguito la laurea triennale in Filosofia e negli anni del Seminario ha prestato servizio nelle comunità parrocchiali di Borgomanero, Ornavasso e Sant’Antonio a Novara.

C’è poi Marco Boccoli, 30 anni, originario della parrocchia di Madonna di Campagna, a Verbania. E’ laureato in Lettere. Negli anni da seminarista ha svolto servizio nelle comunità di Omegna, Pallanza e Bassa Sesia.

Dalla zona di Verbania si passa ad Arona con Federico Lucchi, 32 anni, originario della parrocchia della Natività di Maria Vergine ad Arona. Ha scelto la strada del sacerdozio dopo la laurea in Medicina. Ha svolto servizio pastorale nelle parrocchie di Borgosesia, Cerano e Trecate.

Arriva da Novara, invece, Alessandro Buffelli, 26 anni, della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Ha svolto servizio all’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, nelle parrocchie di Castelletto Ticino, Villata e Casalvolone.

Michele Pastormerlo, 33 anni, laureato in Scienze della Natura, è originario di Borgomanero. Ha svolto servizio pastorale nelle parrocchie di Ornavasso, Sant’Antonio in Novara, Bellinzago.

La parola del vescovo

Il vescovo, nella sua omelia, ha commentato tre pagine della Scrittura scelte dai sei diaconi.

Commentando Geremia, Brambilla ha ricordato che la vocazione non nasce dalla sicurezza personale, ma dall’ascolto di Dio che chiama fin dal grembo materno e accompagna con la sua protezione. Ai sei ordinandi ha indicato tre vie: restare sempre discepoli, non avere paura della realtà e lasciarsi mettere sulle labbra le parole del Signore.

Riferendosi al Vangelo ha poi richiamato l’amicizia con Gesù come radice di un frutto che dura nel tempo: «Il frutto cristiano è quello che rimane nel tempo, anche dopo tanti anni, anche dopo che io ho cambiato parrocchia, anche quando non ci sono più. Capita a tutti noi. Non è legato a me, alla mia bravura, alla mia simpatia, alla mia capacità. È legato invece a Cristo. Per questo porta frutto che rimane».

Infine ha richiamato al passaggio degli Atti degli Apostoli dove già la prima comunità vive tensioni e difficoltà («quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché le loro vedove venivano trascurate»), da cui nacque la scelta del diaconato come servizio concreto.

Con un forte invito finale: «fate, in questi mesi, una vera esperienza di servizio. Il ministero non si vive da padroni del popolo di Dio, ma nello spirito del servizio. Tutti capiscono le dinamiche del potere, ma vi assicuro che è molto difficile vivere da servitori».

Altri articoli dalla Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale in edicola da venerdì 19 settembre. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando qui

Condividi su

Leggi anche

Dolce vita
l'AZIONE

La “Dolce vita” in una mostra al Broletto a Novara

Monica Curino

Bellezze
l'AZIONE

“Bellezze senza misure” alla Galleria Giannoni a Novara

Monica Curino

l'AZIONE

La Chiesa di Novara in festa per sei nuovi diaconi

Monica Curino