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Sono stati 709 i cinghiali abbattuti nel 2022 nell’area dell’Ente aree protette Ticino e lago Maggiore.
Nella stragrande maggioranza (678) sono state operazioni con appostamento, le altre 31 con gabbie.
Il Ticino, che si estende per circa il 50% della superficie dell’Egap, è la zona in cui il numero di abbattimenti è stato di gran lunga superiore (319).
Seguono con 102 le baragge novaresi, tra Fontaneto e Ghemme, 88 la Bassa che sconfina nel Vercellese.
«Nel 2023 cercheremo di intensificare la selezione di capi femminili – spiega Erika Vallera, presidente del Parco del Ticino – di prevedere nuove azioni con un nuovo approccio nella contenimento della specie.
Finora si è operato solo con abbattimenti, i risultati sono stati soddisfacenti ma non basta per diminuire i danni alle colture.
Le zone da monitorare sono tante e con caratteristiche differenti: in alcuni casi può funzionare meglio un’attività preventiva tramite recinzioni elettrificate».
Lo scorso anno l’EGAP Parco del Ticino aveva pubblicato un avviso mettendo a disposizione contributi e ora sta siglando gli accordi con le aziende e posizionando le prime reti.
Un altro miglioramento da questo punto di vista è dato dalla costituzione di gruppi di lavoro congiunti con altri Enti, come la Provincia di Novara, «allestiremo un gruppo con altri colleghi dell’Egap specializzati in gestione faunistica, una parte tecnica e una amministrativa.
Però è importantissimo che gli agricoltori denuncino i danni, è indispensabile per intervenire al meglio». Il Parco, che nei giorni scorsi ha approvato il bilancio preventivo, nell’Ovest Ticino ha infatti in programma anche una ambiziosa riqualificazione sperimentale della roggia Molinara tra Oleggio e Bellinzago.
«Abbiamo ottenuto dalla Regione – concludono – un finanziamento di duecento cinquantacinque mila euro per ripristinare tratti delle sponde con una fascia di vegetazione che possa creare un corridoio ecologico e contribuire a purificare l’acqua.
Saranno realizzati anche muretti anti nutria. I lavori partiranno entro inizio febbraio».
Una altra iniziativa naturalistica importante riguarda Cameri con il potenziamento del progetto sul pelobate fosco, il rarissimo anfibio che si riproduce solo in questa zona, saranno ricavate nuove aree umide per la riproduzione.
Inoltre una grossa spinta per le attività ordinarie e per i nuovi progetti arriverà con l’atteso nuovo piano dell’organico che consentirà di potenziare soprattutto l’area tecnica e i guardaparco.

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