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Un elettore su due (almeno) è tentato a disertare l’appuntamento elettorale, convinto che “uno vale l‘altro” e che nessuno è in grado di migliorare le cose. Perciò non si deve essere politologi raffinati per ipotizzare che la percentuale degli astenuti crescerà. Biasimare chi sceglie l’astensione non è facile, troppo spesso la politica giustifica l’atteggiamento offrendo un’immagine disdicevole, tra affari poco puliti, inefficienze e ritardi. I Deputati (non importa di qual colore) sono percepiti come protagonisti del regno della chiacchiera dove i luoghi comuni mascherano il vuoto operativo.

E, tuttavia, un tuttavia c’è. Non scegliere lascia campo libero a soluzioni che, nella migliore ipotesi, sono abbandonate al caso. Il risultato sarà determinato da quei poteri forti che si vorrebbero almeno contenere.

Con l’Azione Cattolica e nelle parrocchie (per esempio da parte della Commissione Cultura di Galliate) si è meritoriamente affrontato l’argomento per invitare ad andare alle urne. Intanto perché è un diritto. Se fosse soltanto un dovere si potrebbe lasciare perdere. Di obblighi ne abbiamo di ogni genere e rifiutarne uno potrebbe persino essere liberatorio. E poi il voto è una conquista giunta dopo secoli di sacrifici talora cruenti e buttare la lotta di generazioni di patrioti non sembra – davvero – la conclusione più opportuna. Semmai – come viene suggerito – occorre votare sapendo quel che si fa e per questo serve leggere i programmi, informarsi, approfondire le tematiche, scegliere quelle più vicine ai valori della propria coscienza.

E valutare l’impegno dei candidati per il passato. Se sono di quelli vissuti nel regno delle parole al vento o se, delle proposte annunciate, qualcosa si è potuto toccare con mano.

Lorenzo Del Boca

Lorenzo Del Boca, Direttore dei Settimanali diocesani novaresi

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