Con il desiderio di mettersi in viaggio, più forte della paura di perdersi e di sbagliare strada, 900 giovani della diocesi si sono ritrovati a Novara per vivere la 39° Giornata mondiale della gioventù.
Hanno accolto l’invito del vescovo Franco Giulio Brambilla a camminare insieme, quest’anno verso il Giubileo 2025, e si sono ritrovati in cattedrale nella solennità di Cristo Re, per vivere una tappa del cammino che li porterà a Roma.
Sullo sfondo delle proposte del pomeriggio a Novara e della Veglia serale, le parole di Isaia: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”, vissute partendo – proprio come in un piccolo pellegrinaggio – da quattro parrocchie cittadine (San Giuseppe, Sant’Andrea, Sacro Cuore e San Martino) per giungere nel centro storico per la seconda e la terza tappa (nelle chiese di San Marco, Sant’Eufemia, Monserrato e nella Sala della Maddalena) e ritrovarsi quindi in cattedrale per un momento di festa e di preghiera.
«Nell’anno Santo – ha detto il vescovo ai giovani commentando il brano di Isaia – sarete chiamati a prendere in mano la vostra vita: ognuno di voi ha la possibilità di guardarsi dentro, di credere a ciò che il Signore ha donato loro, a fare leva sul proprio talento. Voi avete la possibilità di fare molto! Non pensate di scegliere solo quando tutto è chiaro nella vostra mente: abbiate il coraggio di mettervi in viaggio, di camminare senza stancarvi e di correre senza lasciarvi frenare da ansie e paure». Durante la giornata, i ragazzi hanno assaggiato cosa significa mettersi in cammino, dovendo superare qualche “difficoltà” attraverso un’attività strutturata come una caccia al tesoro, non conoscendo il percorso ma scoprendolo un po’ alla volta. «Questa esperienza è stata accolta con entusiasmo dai nostri giovani – racconta don Luca Favero, coadiutore di Sant’Antonio di Novara e membro della giunta di pastorale giovanile -. Con la loro energia, gioia e vitalità, non solo si sono impegnati con entusiasmo nel camminare, ma hanno anche saputo fermarsi durante le tappe per riflettere, cercare, ringraziare fino a giungere in cattedrale».
E qui, durante la Veglia, hanno potuto ascoltare la testimonianza di un viaggio particolare, quello di Valter della Comunità Cenacolo, che ha spiegato come è stato possibile per lui, grazie alla fede, cambiare la propria vita dopo scelte sbagliate legate alle dipendenze.
Cinque oggetti hanno raccontato lo stile con cui i giovani sono chiamati a vivere il cammino: lo zaino, una bussola, il Vangelo, la credenziale del Pellegrino e un ukulele. «Cinque giovani, a nome di tutti i ragazzi della diocesi, hanno portato questi oggetti in cattedrale: rappresentano ciò che sarà importante per loro nei prossimi mesi: non perdere di vista ciò l’essenziale, non sbagliare strada e portare la gioia e la speranza là dove vivono», conclude don Gianluca De Marco, direttore dell’Ufficio della pastorale giovanile che ha organizzato l’evento con il patrocinio del Comune di Novara, la collaborazione degli Alpini e di oltre 50 volontari delle parrocchie cittadine e con l’animazione della band Quoziente Inespressivo e del Coro diocesano giovanile.
L’ultimo consiglio per il cammino è arrivato dal vescovo. «Vi invito a compiere tre gesti. Il primo deve aiutarvi a forgiare una vita spirituale profonda: non accontentatevi di essere giovani superficiali. Il secondo deve essere un gesto di carità. Il terzo è da fare durante lo stesso viaggio: tornate cambiati da questo cammino, come veri pellegrini di speranza capaci di sostenere sempre la vita».
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