Condividi su

«In illo uno unum», nell’unico Cristo siamo uno. La frase di sant’Agostino scelta come motto da Papa Leone XIV segna la strada di un cammino. Un cammino già avviato, che affronta le urgenze del presente.

Anzitutto quella per fare «tacere le armi», con la parola «pace» che, con forza ridondante e appassionata, è risuonata decine di volte nei suoi primi interventi. E poi l’attenzione per gli ultimi, contro la «cultura dello scarto» denunciata da Francesco e resa ancora più insidiosa dall’innovazione tecnologica. Ma soprattutto la premura per l’Annuncio. In terra di missione. E verso le nuove generazioni, per testimoniare loro la bellezza semplice della vita secondo il Vangelo che guida la risposta alla vocazione a essere cristiani nella famiglia, nel sacerdozio, nella vita consacrata. Una risposta che è sempre meno frequente in una società in cui la fede è spesso percepita come «una cosa per persone deboli o poco intelligenti» e Gesù ridotto a «una specie di leader carismatico o superuomo».

Con la pacatezza che chi lo conosce sa appartenergli da sempre, ma contemporaneamente con il coraggio di chi non si preoccupa del consenso immediato, Robert Prevost, nelle omelie e nei discorsi di questi primi giorni, ha messo questo al centro: Cristo Risorto, Dio che «ci vuole bene», Dio «che ci ama tutti».

Attorno a questo centro, si costruisce l’unità della mappa che Leone mostra alla Chiesa. Nell’evangelizzazione, nella liturgia, nell’azione sociale. Valorizzando le diverse sensibilità e carismi, e insieme ricucendo le smagliature – a volte gli strappi – di una comunità che, nel pensarsi e raccontarsi, ha troppo spesso e sempre più frequentemente ceduto a logiche estranee, a contrapposizioni tra tradizionalisti e progressisti, a dispute ideologiche. Per essere davvero «in illo uno unum».


In edicola e online il 16 maggio lo speciale dedicato al Pontefice

Venerdì 16 maggio, in edicola, agli abbonati, in distribuzione digitale e nelle parrocchie, il nostro speciale su Papa Leone XIV.

Raccontiamo l’attenzione al mondo di un Pontefice che è stato missionario ed insieme la premura per gli ultimi, di chi ha scelto il nome di un predecessore che ha fondato la dottrina sociale della Chiesa. Ma anche le sfide della vocazione e del rapporto con i giovani, e quella più grande che segna il nostro tempo: la pace.

Lo facciamo con interventi di chi nella nostra comunità ecclesiale ogni giorno si misura con queste sfide. Che Leone raccoglie, spiega il vescovo Franco Giulio, animato dalla spiritualità di sant’Agostino, che ha saputo parlare all’uomo nella sua profondità, offrendo una visione integrale dell’esistenza dove Dio, l’anima, la grazia e la verità si tengono insieme in un’esperienza personale e comunitaria.

Condividi su

I commenti sono chiusi.

Leggi anche

Diocesi

Incontro di Azione Cattolica a Borgosesia: “Rimessi in piedi” con lo sguardo al mondo

Maria Rizzotti

Diocesi

Pellegrini di speranza sulla via di Emmaus: la Chiesa novarese chiude il Giubileo domenica 28 dicembre

Andrea Gilardoni

Diocesi

Cinque tappe del cammino verso Natale per accendere una pace «disarmata e disarmante»

Sara Sturmhoevel

Diocesi

Federico Diotti è il nuovo presidente della Stampa Diocesana Novarese

Andrea Gilardoni