Condividi su

La celebrazione del Corpus Domini si sarebbe dovuta svolgere, per la prima volta, nell’anfiteatro del parco della Resistenza, al termine della “Festa dei popoli”, quale segno di una Chiesa “in uscita” che va fra la gente, ma un incombente temporale ha indotto a un prudenziale trasferimento alla Maria Ausiliatrice del collegio Don Bosco, dove la celebrazione è stata presieduta don Piero Cerutti, prevosto: «Celebrare la Messa del Corpus Domini a conclusione della Festa dei Popoli assume un grande significato: l’Eucaristia è un segno di comunione tra Dio e il popolo, è invito a costruire comunione tra popoli diversi e con le singole persone, specialmente con le persone più bisognose. La messa serale è punto di arrivo di un pomeriggio vissuto all’insegna dell’incontro tra popoli e punto di partenza per vivere, come singoli e come gruppi, l’impegno a incontrarsi nella vita di tutti i giorni nel segno dell’accoglienza, del rispetto, del perdono, della pace».

In piena assonanza l’omelia di don Fabrizio Scopa, ossolano di nascita, da sette anni missionario, “Fidei Donum” nella località di Bissi Mafou, in Ciad: «È una terra dove si vedono persone, fuori dai villaggi, girare con le lance difendersi in caso attacchi. Per loro è consuetudine, ma, soprattutto nella parte meridionale di questo Paese africano, le cose poco alla volta stanno cambiando. Da meno di cento anni vi si predica il Vangelo, cioè il valore del rispetto e della convivenza. Un Vangelo non solo conosciuto, ma vissuto».

«Nell’area dove svolto la mia missione – ha continuato – 580 persone sono prossime a ricevere il Battesimo, il doppio rispetto a pochissimi anni fa. Posso dire che Vangelo ed Eucarestia crescono e migliorano la società. Al contrario di quello che avviene nella nostre terre, pur di trazione cristiana, dove quello che era dato per scontato, la pratica religiosa, non lo è più e la conseguenza è una società in peggioramento».

Fra i celebranti, padre Massimo Casaro, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, e don Alberto Olivo, sacerdote della parrocchia di san Bartolomeo, ma forte di un’esperienza missionaria proprio in Ciad. Fra i presenti, l’assessore Francesco Valsesia, rappresentante del Comune.
La messa è stata accompagnata dalla Corale intitolata a Sergio Cerutti e Roberto Cerutti, diretta da Massimo Cerutti con Damiano Cerutti all’organo.

Al termine, qualche momento di Adorazione Eucaristica, un momento di grande significato, annuncio del valore del silenzio, della riflessione personale, dell’ascolto: «C’è bisogno – ha detto don Piero – di questi atteggiamenti in un mondo sempre più invaso da rumori di ogni genere, da voci sconnesse, da messaggi che irrompono nella vita attraverso i vari canali social. Per i cristiani è occasione per riscoprire il valore dell’adorazione eucaristica come personale incontro con il Signore Gesù».

L’articolo integrale assieme alle notizie dal territorio della Diocesi di Novara si può trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 27 giugno. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente qui.

Condividi su

Leggi anche

In Primo Piano
l'AZIONE

La pace non sia una parola: le iniziative contro guerre e riarmo sul Lago Maggiore, a Novara, Borgomanero e Monte Mesma

Redazione