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Si intitola “Resta con noi perché si fa sera. Tre discepoli sulla via di Emmaus” la lettera pastorale per l’anno 2025 – 2026 del vescovo Franco Giulio Brambilla. Il testo sarà presentato, come tradizione, nell’assemblea pastorale di avvio dell’anno al santuario di Boca, in programma per venerdì 10 ottobre alle 20.45.

Il libro (56 pagine, prezzo di copertina 5 euro) è già prenotabile con sconti previsti per parrocchie e gruppi contattando la Stampa Diocesana Novarese tramite e-mail (scrivendo all’indirizzo [email protected]) o tramite messaggio al 338 9485747.

Al centro del testo l’episodio narrato nel capitolo 24 di Luca. «L’icona dei discepoli di Emmaus – scrive il vescovo Brambilla nell’introduzione – è il racconto dei racconti. Il teologo francese Claude Geffré alcuni anni fa in un intervento a Camaldoli disse che, quand’anche fossero andate perdute tutte le restanti parti dei quattro vangeli canonici, l’episodio di Emmaus avrebbe consentito al cristianesimo di trasmettere l’essenziale del messaggio di Gesù crocifisso e risorto nei secoli a venire fino al suo ritorno finale. Sembra un paradosso, eppure l’osservazione contiene un frammento profondo di verità. Il racconto, collocato sull’ultima pagina del rotolo del vangelo di Luca, costituisce la perla preziosa su cui svetta la narrazione. Nella sua trama sono riassunte, come in una sintesi finale, le linee tematiche e i gesti essenziali non solo del terzo vangelo, ma di tutto il Nuovo Testamento».

Il vescovo approfondisce e commenta il brano attraverso un itinerario in cinque tappe. Ciascuna di queste è un capitolo della lettera, articolato in tre fasi: lo sguardo ai meccanismi di narrazione del racconto; un approfondimento sulla condizione spirituale dei discepoli, per mettersi sulla strada con loro; l’individuazione dell’aspetto centrale del passaggio di Vangelo, che parla alla vita di ognuno e alle comunità.

Dopo avere trovato il “cuore” del brano, ogni capitolo è chiuso con una parte dedicata alla riflessione pastorale, con l’indicazione di “passi” da intraprendere, che messi in successione descrivono il cammino percorso insieme in questi anni di episcopato e guardano al domani della Chiesa Novarese.
Una lettura spirituale e teologica delle pagine di Luca, dunque, che apre a proposte pastorali concrete per la comunità cristiana. Insieme, un invito a riscoprire il desiderio autentico, a orientarlo, a cambiare i cuori per trasformarsi da lettori a testimoni per l’oggi: il terzo discepolo sulla via di Emmaus.
«Il cammino dei due discepoli – scrive ancora il vescovo a conclusione della lettera – approda a Gerusalemme, arricchito dalla presenza silenziosa e viva del lettore di ogni tempo, ormai conquistato all’avventura di diventare discepolo nel suo tempo.

Il racconto non solo dà da pensare, ma mette in moto anche l’agire: la narrazione non dice se in seguito i due discepoli siano andati in missione. Amo pensare che tutti i discepoli partiti a due a due, di cui il Nuovo Testamento fa menzione (Paolo e Barnaba, Barnaba e Marco, Paolo e Sila), siano coloro che hanno non solo letto con ammirazione il racconto di Luca, ma ne sono diventati imitatori. Perché, come dice Kierkegaard, il Vangelo fino a oggi ha molti ammiratori, ma pochi imitatori. I tre discepoli di Emmaus non sono stati solo ammaliati dall’incontro col Viandante misterioso, ma si sono messi nel cammino avventuroso della sequela. E noi, osiamo sperare, con loro e come loro!».

L’articolo completo, così come altri approfondimenti provenienti dalla Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 1° agosto. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente sopra a qui.

Sul sito della diocesi di Novara, l’agenda diocesana per l’anno pastorale 2025-2026.

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