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Nel giorno della festa della Santa Famiglia, si chiuderà nelle diocesi di tutto il mondo il Giubileo della Speranza, penultima tappa del cammino che ha segnato il 2025 e che vedrà la chiusura ufficiale della Porta Santa a Roma il 6 gennaio con una celebrazione presieduta da Papa Leone XIV.

In diocesi di Novara, dunque, l’appuntamento è per domenica 28 dicembre alle 15 in Basilica di San Gaudenzio, da dove partirà una processione per le vie del centro di Novara sino in Cattedrale per la messa presieduta dal vescovo Franco Giulio, declinando la celebrazione nel segno del pellegrinaggio, così come era stato per la celebrazione di apertura avvenuta il 29 dicembre 2024.

Pellegrini sulle strade, pellegrini nel cuore

È proprio la fede vissuta da pellegrini l’aspetto centrale che sottolinea don Gianmario Lanfranchini, vicario episcopale dei Laghi e delegato diocesano per il Giubileo, presentando il rito e invitando tutte le comunità a partecipare.

«Anzitutto pellegrini a Roma, come lo sono state le migliaia di fedeli che hanno preso parte alle iniziative diocesane e a quelle organizzate delle parrocchie – spiega -. Ma poi anche pellegrini ai santuari giubilari in diocesi (il Santissimo Crocifisso a Boca, la Madonna del Sangue di Re, il Boden, la Santissima Pietà di Cannobio e la stessa Basilica di San Gaudenzio ndr.), che in questo anno che volge al termine sono stati veri e propri catalizzatori di spiritualità». Ed infine, i pellegrini del cuore: «tutte quelle persone che non hanno potuto spostarsi ma che hanno colto l’occasione dell’Anno Santo per vivere un personale itinerario di conversione: i carcerati delle case circondariali di Verbania e Novara destinatari dell’actio emblematica giubilare, gli anziani e i malati nelle case di riposo, i nostri monasteri di clausura».

Anche loro idealmente, nella preghiera «cammineranno insieme a noi dalla Basilica alla Cattedrale – aggiunge don Gianmario -. Per essere una Chiesa che è come “famiglia di famiglie”: giovani, anziani, bambini, laici, religiosi e sacerdoti insieme per rendere grazie per i doni ricevuti nell’anno del Giubileo».

L’invito a confraternite, associazioni e movimenti

Un invito particolare, poi, è per le confraternite e le associazioni e movimenti laicali. «Che in modi diversi mostrano la ricchezza della nostra Chiesa diocesana. Le prime incarnando una tradizione che non è fatta di gesti formali e stantii, ma che sa essere segno di una spiritualità viva e vitale. I secondi incarnando con carismi differenti e con l’impegno pastorale e caritativo, una fede che unisce in un unico cammino».

Come il “tezo discepolo” di Emmaus

E così, nell’anno in cui la lettera pastorale di mons. Brambilla invita ognuno a diventare il “terzo discepolo” sulla strada di Emmaus, «faremo nostre – conclude don Lanfranchini – la parole che proprio il vescovo, a nome della Chiesa novarese, reciterà al termine della celebrazione del 28 dicembre: “Come i discepoli, che hanno visto il Suo volto, custodiamo la gioia del Signore e manteniamo senza vacillare la professione della nostra Speranza perché fedele colui che ha promesso”».

Articolo completo e altri servizi e approfondimenti dalla Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale in edicola e online da venerdì 14 novembre. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando qui.

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