Dalle 16.56 del 31 gennaio Sami Modiano è cittadino onorario di Arona per volontà degli alunni delle scuole superiori della Provincia di Novara.
La pergamena gli è stata consegnata dal sindaco Federico Monti nella Sala Regina della Camera dei Deputati a Roma.
Con il primo cittadino c’erano l’onorevole Alberto Gusmeroli che ha facilitato l’incontro, Ruth Dureghello presidente della comunità ebraica di Roma, Gabriella Colla dell’ufficio provinciale dell’Istruzione di Novara, Manuela Bernardi rappresentante degli studenti della provincia novarese. In aula allievi della 4° A e B del Liceo Enrico Fermi di Arona e rappresentanti della 5° C del Galilei di Borgomanero.
Una decina le domande che gli studenti hanno fatto a Modiano. Sfuggito e sopravvissuto ai campi di concentramento, Sami ha risposto a ciascuno, a qualcuno ha chiesto pure che classe frequentasse e come andava a scuola.
Ha raccontato di quel 14 luglio del 1944 quando i tedeschi raggrupparono duecento persone di origine ebrea per deportarli dall’isola nel campo di concentramento di Birkenau. Quel giorno lui compiva 14 anni. Salirono nella nave che in precedenza aveva trasportato bestiame, lui il padre Giacobbe e la sorella Lucia, due anni più grande. La mamma era morta due anni prima per una crisi cardiaca. Un mese di nave stipati nelle stive e con pochissima acqua. Poi la tradotta sino al campo di concentramento, su vagoni che avevano trasportato capre e pecore. Raccontò che un giorno stavano per portarlo al forno crematorio quando arrivò un camion di patate e lo prelevarono per aiutare a scaricare. Fu uno dei tanti momenti in cui ebbe salva la vita.
Tra una domanda e l’altra momenti di commozione in sala per tutti. Sami Modiano nasce nel 1930 nell’isola greca di Rodi, all’epoca provincia italiana, figlio di Giacobbe. Alla promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938 frequentava la terza elementare della sua scuola, dalla quale, essendo ebreo, si trovò improvvisamente espulso. In un’isola dove ebrei, cristiani e musulmani convivevano pacificamente, fu la prima di una lunga serie di esperienze traumatiche. Dice: «Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo».