Venerdì 10 ottobre, al Santuario del Santissimo Crocefisso di Boca, il vescovo Franco Giulio presenta la lettera pastorale 2025-26 “Resta con noi perché si fa sera. Tre discepoli sulla via di Emmaus”. L’appuntamento è alle 20.45. Di seguito pubblichiamo, integralmente, l’introduzione al testo, che offre le coordinate della proposta spirituale e pastorale del vescovo alla Chiesa novarese per questo anno pastorale.
L’icona dei discepoli di Emmaus è il racconto dei racconti (Lc 24,13-35). Il teologo francese Claude Geffré alcuni anni fa in un intervento a Camaldoli disse che, quand’anche fossero andate perdute tutte le restanti parti dei quattro vangeli canonici, l’episodio di Emmaus avrebbe consentito al cristianesimo di trasmettere l’essenziale del messaggio di Gesù crocifisso e risorto nei secoli a venire fino al suo ritorno finale. Sembra un paradosso, eppure l’osservazione contiene un frammento profondo di verità. Il racconto, collocato al capitolo 24 sull’ultima pagina del rotolo del vangelo di Luca, costituisce la perla preziosa su cui svetta la narrazione. Nella sua trama sono riassunte, come in una sintesi finale, le linee tematiche e i gesti essenziali non solo del terzo vangelo, ma di tutto il Nuovo Testamento.
Per questo, vorrei cimentarmi con l’episodio dei discepoli di Emmaus perché contiene la mappa che raccoglie in sintesi i molti aspetti percorsi insieme come vescovo di Novara durante questi anni. Il racconto ha la capacità di fondere l’origine della fede cristiana e la via di accesso aperta per il credente di ogni tempo. La sua specifici- tà sta nell’indicare il “luogo del lettore” che partecipa al cammino fatto dai discepoli della prima ora. I discepoli a Emmaus non sono due, ma tre: i due protagonisti della storia sono i discepoli di prima mano, il terzo è il lettore di ogni tempo, che si sente svantaggiato perché è un discepolo di “seconda mano”, lontano dal contatto originario con il Risorto. Il racconto azzera la sua distanza, lo mette in vantaggio dicendo con enfasi che “Gesù in persona” si fa prossimo a tutti e cammina in ogni tempo e in ogni luogo con noi. E, tuttavia, il lettore deve ripercorrere la trama del racconto, rifacendo i passi dei due discepoli di Emmaus, i quali pur avendo conosciuto Gesù, devono “riconoscerlo” come Risorto.
Magia del racconto! L’episodio apre lo spazio per il tempo della Chiesa, indica il punto d’innesto per il credente futuro, è la miniatura degli Atti degli Apostoli, inserita sul margine del Vangelo. Svolgo, dunque, un commento al testo come un racconto con il racconto, quasi a mostrare dal vivo che il lettore di seconda mano, cioè la fede della Chiesa e quindi anche di questo nostro tempo, è il racconto vivente che si alimenta al cammino della fede pasquale degli apostoli. Per questo l’episodio è il modello e la guida per tutti coloro che non vogliono perdere l’essenziale del Vangelo.
Nell’itinerario percorso dai discepoli di Emmaus si ritrova un canovaccio in cinque tappe, che descrivono il movimento dell’incontro con il Risorto, da percorrere sempre di nuovo. Accosterò ogni tappa attraverso tre momenti tra loro profondamente intrecciati: partiremo dalla narrazione esteriore del racconto (1), attraverso di essa scopriremo la situazione spirituale dei discepoli sul cammino (2); infine, sarà possibile indicare passo dopo passo un aspetto essenziale del Vangelo (3), con brevi indicazioni pastorali (in corpo minore). La successione delle tappe ci fornirà il filo rosso dei passi fatti insieme in questi anni.
Il Vescovo passa, lo Spirito rimane e la Chiesa continua nel tempo aprendo un altro anello della sua tradizione vivente.

Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara