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Tutto è cominciato il 22 gennaio 1992. Quel giorno è stata posata la prima pietra della chiesa parrocchiale di Torrenova dedicata a San Gaudenzio. Oltre 30 anni dopo, in quella chiesa di borgata, nella periferia di Roma, intorno a quella pietra si ritrovano le famiglie di un quartiere difficile. E per loro, la parrocchia di San Gaudenzio, è a e continua ad essere l’unico vero riferimento. «Qui ci si incontra, ci si prepara alla catechesi, si chiede e si offre aiuto, si trovano persone con cui condividere i giorni difficili o i giorni di festa». Don Gino Bolchini, presbitero novarese alla guida della parrocchia da sempre, con voce appassionata racconta come in questi giorni la comunità si sta preparando alla patronale.

«Come sempre – ricorda -: con semplicità. Con il desiderio di ritrovarsi per fare festa, ma anche per dire grazie per la Chiesa gaudenziana che è un punto di riferimento». Al centro della festa patronale, la Messa solenne di domenica. Sarà celebrata dal cardinale novarese mons. Giovanni Layolo (nella foto con don Gino). Saranno presenti i volontari che operano nel quotidiano accanto a don Gino Bolchini e ai suoi due vicari parrocchiali. Si tratta di membri della parrocchia e della Comunità di Sant’Egidio che svolgono servizi in ambito liturgico e di supporto alla pastorale e soprattutto alle iniziative di sostegno a chi vive situazioni di disagio, povertà e agli immigrati. Nella parrocchia, infatti, c’è la Scuola di italiano per stranieri e vengono seguite centinaia di famiglie sia italiane sia straniere. «I volontari offrono aiuto nel centro d’ascolto, nella distribuzione di generi alimentari, nella visita agli ammalati – riprende don Gino -. Gli abitanti del quartiere sono cambiati negli anni, ma i bisogni sono sempre tanti. Ci sono molti anziani e nuclei familiari che vivono situazioni di grave povertà e solitudine.

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