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Proteste sulla ex Grober. Il progetto di abbattimento del vecchio stabilimento della ditta Grober, nella zona meridionale di Varallo, per far posto a un nuovo complesso residenziale doveva essere un’occasione di rinnovo urbanistico per il capoluogo valsesiano. Invece è arrivata la crisi edilizia del 2009 e ancora adesso, dopo oltre quindici anni, la zona è per metà ancora un cantiere in stato di abbandono, con le finestre delle nuove palazzine che si affacciano sullo spettacolo non certo edificante di capannoni diroccati e sommersi dalle erbacce.

La situazione, comprensibilmente, non va giù ai residenti, che recentemente hanno iniziato a protestare con scritte quali “siamo stufi di questa indecenza” e “sito abbandonato dal comune” che appaiono nottetempo sulla malandata recinzione che circonda i capannoni.

Ma è davvero colpa del comune? «Sicuramente è una situazione non bella per Varallo – afferma il sindaco Pietro Bondetti – Noi vorremmo una città accogliente, che piaccia alla gente. Invece, putroppo, abbiamo questa situazione proprio all’ingresso di Varallo sud che non è piacevole per nessuno, soprattutto considerando che si trova nelle vicinanze del giardino pubblico per bambini dedicato alla memoria del sacerdote varallese don Avondo. Veramente una bruttura sia per noi varallesi che per chi viene da fuori, non è un bel biglietto da visita. Come amministrazione comunale – aggiunge il primo cittadino – stiamo lavorando per risolvere il problema, l’inghippo è la società proprietaria del terreno, la “Varallo Re”.

L’articolo, assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 31 gennaio. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente sopra a qui.

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