Condividi su

Finalmente anche per la chiesa della Madonna della Neve un sogno insperato sta diventando realtà: su incarico della Sovrintendenza e finanziamento di un anonimo donatore, in collaborazione con la parrocchia, sono partiti l’estate scorsa i restauri del portico affrescato nel ‘700 con la via Crucis. Abbiamo intervistato Efrem Demarchi della ditta ‘Opus territorio, restauro e ambiente’, che si occupa dell’intervento.

Da decenni s’aspettava il restauro, cos’ha pensato quando la Sovrintendenza ha dato il via libera e cosa significa restaurare affreschi di questo genere? “La Madonna della Neve – spiega De Marchi – è stata maltrattata con atti vandalici, incisioni e scritte con le bombolette. Essendo una delle chiese più belle di Bellinzago ed essendo io di Bellinzago, ci tenevo molto a ottenere il permesso per partire con i lavori, perché è uno dei posti più amati dai bellinzaghesi, per le sue caratteristiche architettoniche e perché è il punto più fresco, dove i nostri nonni andavano a chiacchierare al pomeriggio. È stata una grande soddisfazione poter intervenire e sono molto contenta”.

Come si strutturano le fasi del restauro? “Non saranno quelle che una persona può immaginare. Non ritoccheremo in maniera puntuale o mimetica, perché ora il restauro ci porta a non compiere ritocchi falsi e ricostruzioni; abbasseremo i problemi dei dipinti. È una delle cose più impegnative di questa fase perché stiamo cercando di capire quanto, dove e come ritoccare, e di calibrare tonalità delle velature e metodo di ritocco. Questa prima fase è di conoscenza e studio per capire come affrontare il resto. Questo fa sì che alcune operazioni siano molto lunghe, ma dobbiamo prenderle con i giusti tempi e modi”.

Come? “Le opere d’arte non vanno snaturate, in base alla loro storia e ammaloramenti. Rispetto a epoche passate in cui si rendeva il ritocco il più mimetico possibile, adesso si opera per velature che ridiano un aspetto il più integro possibile ma senza fingere parti mancanti, per far sì che non si creino falsi storici”.

Qual è la parte più complicata di questo restauro? “La chiesa ha tanti problemi, trascinatisi in tanti anni che vanno affrontati nel modo giusto per rimetterla in sesto e ridarle dignità, senza snaturarla e creare coloriture false. Questa è la parte più complicata, perché dobbiamo trovare un equilibrio rispetto all’immagine della chiesa ora e a quella che vorremo e vorremmo ottenere. Queste prime opere sono uno studio per conoscerla il più possibile e arrivare all’equilibrio migliore”.

Ci sono punti critici in cui hai avuto paura di non farcela? “Il mio lavoro è sicuramente divertimento, sempre. Amo profondamente tutte le fasi di studio e le fasi più complicate, perché sono le più interessanti e ti danno più adrenalina. In ogni restauro c’è un po’ di paura. Non tanto di non farcela, perché le soluzioni tecniche si trovano, ma di riuscire a interpretare il restauro nel modo giusto, senza offendere l’opera e fare ricostruzioni troppo invasive, snaturando storia e bellezza dell’opera in sé”.

L’articolo integrale sul nostro settimanale in edicola venerdì 10 ottobre con gli approfondimenti e altre notizie dal territorio. Il settimanale nelle edizioni Il Cittadino Oleggese, Il Ricreo, L’Azione e L’Eco di Galliate può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui


Condividi su

Leggi anche

il RICREO

Partiti i restauri alla chiesa della Madonna della Neve a Bellinzago

Andrea Bagnati

il RICREO

Il consiglio comunale di Bellinzago sarà anche dei ragazzi

Redazione

il RICREO

I ‘C’era l’Acca’ sul palco del Vandoni a Bellinzago in ricordo di Tazio Brusa

Andrea Bagnati

L'oratorio Vandoni a Bellinzago
il RICREO

Via all’anno catechistico all’oratorio Vandoni di Bellinzago

Andrea Bagnati