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Duecentodieci insegnanti di Religione della Diocesi di Novara: una ventina della scuola dell’infanzia, una cinquantina delle medie e 140 della scuola elementare. Sono i numeri della partecipazione al corso di aggiornamento dal titolo “Rinnovare i processi di insegnamento andando al cuore della relazione educativa”, tenuto da Giulio Carpi. Lo studioso, laureato in Pedagogia, è presidente e fondatore di CREAtiv, realtà che svolge attività di formazione e consulenza.

Gli incontri hanno voluto esaminare il ruolo delle emozioni e delle relazioni nei processi formativi. Questo perché «ogni percorso educativo e formativo – rileva Carpi – è fortemente influenzato dalle emozioni. Il cuore del progetto è stato il valore delle emozioni nell’insegnamento. Oggi più che mai – spiega – è necessario tenere in grande considerazione questa conquista pedagogica per riuscire a costruire percorsi in grado di accompagnare a un reale apprendimento e cambiamento». Fin dai primi passi nel nostro sistema scolastico, infatti, la sfida emergente riguarda sia l’acquisizione di nuove competenze «sia la costruzione di un cammino formativo positivo e capace di una visione organica dello sviluppo della persona. Parlare di apprendimento significa parlare di una trasformazione significativa, una trasformazione che non può in nessun caso avvenire se è unicamente passiva: tutte le informazioni che conosciamo nella nostra vita vengono apprese solamente se incontrano le nostre emozioni e il nostro vissuto per diventare parte integrante della nostra identità». L’emozione è dunque «fondamentale per l’apprendimento, anzi, è dove inizia l’apprendimento. Numerosi studi scientifici mostrano come il nostro cervello si attivi in molteplici regioni quando gli studenti sono fortemente coinvolti in un legame emotivo sia con la materia che stanno studiando sia con l’insegnante».

La seconda parola d’ordine nel corso degli incontri è stata, dopo emozioni, ‘relazioni’. «Chi svolge – spiega Carpi – il compito di docente si inserisce in un cammino che deve necessariamente essere modulato sul punto di partenza e sui bisogni specifici dei propri discenti. Per permettere la trasformazione delle conoscenze del docente in conoscenze proprie dello studente, la relazione deve essere significativa e capace di intercettare le esigenze emotive e cognitive dei bambini e dei ragazzi. Solo così si potranno accendere curiosità e interesse per poter costruire un reale progresso nel percorso di apprendimento».

Un corso che ha portato i docenti di religione anche a riflettere su chi sono oggi gli alunni e quali caratteristiche e bisogni hanno. «La loro risposta è stata molto positiva. Hanno riconosciuto l’importanza della formazione e dell’aggiornamento».

L’articolo, assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 31 gennaio. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente sopra a qui.

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