Da Caritas diocesana, Unità pastorale del Vergante e parrocchia di Invorio una risposta alle sempre più frequenti situazioni di disagio legate alle “nuove povertà”.
A Invorio domenica 17 giugno sarà inaugurata Villa Amalia – Casa della carità: la struttura, di proprietà della parrocchia di Invorio, ristrutturata con i fondi dell’8×1000 messi a disposizione dalla Caritas diocesana, sarà adibita in parte all’accoglienza di due persone che si trovano in situazioni temporanee di difficoltà abitativa, alle quali poter offrire un’ospitalità notturna temporanea, ma ospiterà anche il Centro di ascolto della Caritas e l’attività di distribuzione di alimenti del locale gruppo. Alla serata di presentazione della Casa della carità alla comunità del Vergante, che si è svolta nel salone di Casa Curioni a Invorio – oltre al parroco don Mario Annovazzi, a Sergio Vercelli dell’associazione Compagni di volo di Borgomanero, e al progettista Simone Macedoni – è intervenuto anche don Giorgio Borroni, direttore della Caritas diocesana.
«Oggi alle “vecchie” povertà si sono assommate quelle “nuove”. Ormai parliamo di multidimensionalità della povertà e di povertà intergenerazionale. Al tema della marginalità, oggi si è aggiunto quello della vulnerabilità: i dati Istat ci dicono che ai 5 milioni di italiani in povertà grave se ne aggiungono altri 8 milioni a rischio di povertà: una famiglia monoreddito, con due figli e senza la casa di proprietà, è a rischio di scivolamento – ha spiegato don Borroni –. Ma le famiglie in stato di vulnerabilità, che hanno una grossa dignità e vergogna, non vengono a bussare alle vostre porte. Dobbiamo andare a stanarle, dobbiamo avere delle “antenne” importanti, come i sindaci e le maestre che ci segnalano questi casi».
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