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È stato come un grande, ultimo abbraccio, lo scorso lunedì nella basilica dell’Isola, il funerale di don Giacomo Bagnati, che alla comunità monastica Mater Ecclesiae ha dedicato gran parte del suo ministero sacerdotale. Il cappellano dell’abbazia è morto lo scorso sabato 12 luglio, a 91 anni. A presiederne le esequie, che hanno preceduto la tumulazione nel cimitero di Pella, il vescovo Franco Giulio. A ricordarlo sono proprio le monache dell’Isola, tracciandone un profilo biografico che mette in luce la sua umanità e la fede che lo ha guidato per tutta la vita.

Quando l’11 ottobre 1973 Madre Anna Maria Cànopi con le sorelle che l’accompagnavano arrivò ad Orta per imbarcarsi verso l’Isola di San Giulio, ad attendere la piccola comitiva, con il vescovo ausiliare monsignor Francesco Franzi e altri sacerdoti, vi era anche don Giacomo Bagnati, designato dal vescovo di Novara Aldo Del Monte come prevosto della Basilica e cappellano del nascente monastero «Mater Ecclesiae». Iniziò quel giorno, a dispetto della evidente precarietà di quei modesti inizi, una grande avventura spirituale che ancora – per grazia di Dio – continua a fiorire.

La vicenda umana e religiosa di don Giacomo è tutta segnata proprio dalla piccolezza che diviene spazio perché si manifesti l’onnipotenza dell’opera divina. Terzo di sei fratelli di una modesta famiglia contadina di Bellinzago Novarese, si presentò alla luce così gracile che gli venne conferito al più presto il Santo Battesimo, tanto sembrava pronto ad andare in Cielo. Così cominciò la sua storia che lo vide raggiungere – pur nella precarietà del suo fragile fisico – il maestoso traguardo di 91 anni.

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