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Chiesa di Ognissanti gremita, a Novara, per la veglia di preghiera “Pace per Gaza”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.

Sono stati tanti i novaresi che hanno risposto all’appello della presidente della Comunità, Daniela Sironi, e dei tanti volontari. Obiettivo ritrovarsi insieme per chiedere, con forza, la pace. Per chiedere il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e una soluzione diplomatica negoziata nel rispetto del diritto umanitario internazionale.

Un’iniziativa che si è inserita nel solco tracciato da Papa Leone nell’udienza generale di qualche settimana fa e che ha fatto seguito alla grande veglia promossa a Roma, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti e con il collegamento del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini.

Proprio l’intervento di quest’ultimo è stato trasmesso durante la serata di preghiera a Novara. Una serata introdotta dall’intervento di Sironi e che ha visto i presenti tenere una fiaccola in mano come segno e simbolo di pace.

«Una preghiera – ha detto Sironi – per chiedere, insieme al Papa, una ‘alba di pace’, ed essere vicini spiritualmente al popolo palestinese, che a Gaza continua ‘a vivere nella paura e a sopravvivere in condizioni inaccettabili, costretto con la forza a spostarsi dalle proprie terre’». In tutte le comunità di Sant’Egidio nel mondo si promuovono preghiere per Gaza.

«Sono momenti – ha aggiunto la responsabile della Comunità per il Nord Italia – che esprimono una forte necessità di pace. La preghiera è la nostra speranza, la nostra forza, affinché tutto ciò che sta accadendo possa cessare. In questa situazione c’è la distruzione di un popolo che non sa dove andare e che si trova senza una destinazione e senza un futuro. A Gaza si sta calpestando la vita».

È un tempo, quello odierno, «dominato dalla “forza”, dove l’odio trasforma gli altri in nemici e non in fratelli. Non deve essere così. Serve un intervento dello spirito – afferma – che apra alla fiducia e al dialogo diplomatico».

Una serata per esprimere vicinanza al popolo palestinese, che a Gaza continua a vivere nella paura e in condizioni inaccettabili. La guerra, a Gaza e ovunque, «è sterile. Distruzioni, morti, dolore, sofferenze. E il prezzo è pagato indiscriminatamente da civili inermi». Sant’Egidio ha proposto la veglia come gesto concreto di speranza e resistenza spirituale.

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