Una serata di ascolto e di consapevolezza, tra storia e umanità. È l’incontro “La guerra che non si può vincere. Riflessioni in margine al conflitto israelo-palestinese”. Ospitato nel salone parrocchiale di Sant’Antonio, è stato promosso dall’Unità Pastorale Missionaria di Novara Nord e dall’Ordine Francescano Secolare (Ofs) della Fraternità di Sant’Andrea.
Relatori Andrea Avveduto, giornalista e portavoce dell’Associazione Pro Terra Sancta, e fra Gianluigi
Ameglio, Commissario di Terra Santa per il Nord Italia. Ad aprire la serata i saluti di don Giuseppe Guaglio,
moderatore dell’Unità pastorale, e di Alma Cavallazzi, ministra dell’Ofs.
Don Silvio Barbaglia ha poi offerto una riflessione biblica sul testo di Isaia 62: la “terra” non come possesso, ma come dono da condividere. «Ogni dono – ha detto – ci viene affidato perché diventi occasione di condivisione, non di dominio».
L’incontro, ha sottolineato, «non è un dibattito politico, ma un atto di consapevolezza cristiana».
Avveduto ha aperto il suo intervento citando David Ben-Gurion, padre fondatore di Israele: «Quando diciamo che gli arabi sono aggressori, diciamo una mezza verità, perché dal punto di vista politico gli aggressori siamo noi». Parole che invitano a superare le tifoserie. «Il conflitto – ha commentato – non è tra buoni e cattivi, ma tra due dolori che si sono affrontati e incastrati senza mai guarire».
Ha poi elencato i principali snodi. A partire dall’antisemitismo europeo di fine Ottocento nei pogrom russi, che ha portato alla nascita del sionismo politico di Herzl, giornalista ebreo che propose la creazione di uno stato ebraico dove gli ebrei potessero essere un popolo come gli altri.
A inizio ‘900 i rapporti tra i coloni ebrei «e gli arabi locali erano ancora improntati a una certa convivenza. Ma la logica coloniale europea – ha riferito Avveduto – cambiò tutto. L’accordo SykesPicot del 1916, che divise il Medio Oriente tra Francia e Inghilterra, e la Dichiarazione Balfour del 1917, che aprì alla creazione di un focolare ebraico, segnarono la fine di ogni fiducia …
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