L’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità ha donato alla diocesi di Novara un defibrillatore automatico che sarà messo a servizio della cattedrale. A consegnare il dispositivo al vescovo Franco Giulio Brambilla è stato il direttore della struttura complessa di cardiologia del nosocomio novarese, il professor Giuseppe Patti.
Presenti in rappresentanza della diocesi il vicario generale mons. Fausto Cossalter e il parroco del duomo mons. Renzo Cozzi; in rappresentanza dell’ospedale erano presenti il direttore generale Gianfranco Zulian e la direttrice amministrativa Raffaella Garone, oltre che diversi medici e operatori sanitari della cardiologia.
«L’incidenza di arresto cardiaco improvviso aumenta con l’aumentare dell’età e ha una mortalità superiore al 90% – ha spiegato il professor Patti -. Nella maggior parte dei casi, è causato da aritmie cardiache maggiori, come la fibrillazione ventricolare. La defibrillazione, ovvero l’erogazione di uno shock elettrico al paziente, è l’unica terapia in grado di interrompere le aritmie ventricolari maggiori, ma, per massimizzare le probabilità di salvare la persona, è necessario che venga eseguita nei primissimi minuti dall’insorgenza dell’evento: per ogni minuto che passa, infatti, le possibilità di sopravvivenza diminuiscono del 10%! La disponibilità di un defibrillatore automatico esterno rende questo intervento rapido e precoce, in modo da aumentare la probabilità di salvare la vita ai soggetti con arresto cardiaco improvviso».
Il vescovo Franco Giulio, nel ringraziare la cardiologia e l’azienda ospedaliero-universitaria, ha sottolineato proprio l’importanza che la cattedrale sia dotata di uno strumento di questo tipo. «Il duomo – ha detto il vescovo – ospita spesso celebrazioni molto partecipate, come la recente beatificazione di don Giuseppe Rossi, che ha visto la presenza di oltre 1500 fedeli. Inoltre, si trova in una zona centrale della città, tra due piazze (piazza Puccini e piazza della Repubblica) che spesso vedono iniziative che attirano numerosi partecipanti. Avere la possibilità di utilizzare un’apparecchiatura medica che consente un soccorso immediato è quindi ancora più importante. Siamo grati all’ospedale Maggiore e alla struttura di cardiologia per questo dono, che è un dono per tutta la comunità cittadina».
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