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«Frequentavo le Superiori, giocavo a calcio, anche benino, e l’attività sportiva mi portava in varie parti d’Italia. Non credevo: ero ateo. Ateo convinto. Andavo alla ricerca di prove che confutassero l’idea di un essere superiore». È la prima parte della testimonianza di Paolo Brusco, brighese, oggi ventiduenne, a Bogogno, durante la Veglia dei Santi dei giovani del Vicariato di Arona-Borgomanero.

Ha continuato: «Arrivò il covid, la fermata delle attività, ma io dovevo allenarmi e il cortile di casa era troppo piccolo. Così chiesi al parroco, don Giorgio Malvestio, di poter fruire dell’area dell’oratorio. Del resto proprio all’oratorio si erano conosciuti i miei genitori. All’oratorio ebbi l’idea di fare l’animatore del Grest. Lo chiesi a Marcello, il responsabile, che mi accolse, lui e tutti gli altri. Un giorno partecipammo a un campo scuola e fu bellissimo. Ero pieno di energia come mai mi era successo prima, una voglia che con parole non riesco a descrivere, una “bomba di Dio”. E così è iniziato il mio cammino di fede. Ho smesso con il calcio: quel mondo non è quello dell’Oratorio».

«Paolo, che proprio ieri si è laureato in Marketing – ha detto don Marco Borghi, che ha guidato la Veglia – è un ragazzo normale, non ha avuto visioni, ma ha incontrato Dio in modo semplice».

La Veglia aveva proprio questo filo conduttore: non tanto presentare la vita di Santi quando l’andare alla ricerca di una strada per essere santi.

L’articolo integrale con tutte le foto dell’appuntamento di Bogogno assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara sul nostro settimanale, in edicola venerdì 3 novembre. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui.

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