«Con l’Intelligenza Artificiale posso esaminare tutti i messaggi scambiati dai suoi soldati sui social e via radio per conoscerne l’umore; posso decifrare i suoi codici segreti; posso creare bot che infestino il suo spazio social per influenzare la sua opinione pubblica».
Sono alcuni esempi di uso in guerra delle attuali tecnologie informatiche che Matteo Sacchi, giornalista e autore dell’ebook “La guerra delle macchine”, presenta al pubblico dell’incontro “Il robot che uccide. Scenari strategici e dilemmi etici della guerra assistita dall’Intelligenza Artificiale”, tenutosi sabato 16 marzo all’Arengo del Broletto di Novara e moderato da Stefano Pasta (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) in occasione di Passio 2024.
«Ma l’Intelligenza Artificiale – aggiunge Sacchi – può anche darmi, imprevedibilmente, qualche consiglio completamente errato, dovuto a un bias cognitivo. Ed è in grado di dirmi dove si trova un terrorista di Hamas, analizzando tutti i messaggi scambiati tra i palestinesi, ma non che nel suo covo ci sono anche i suoi bambini». La guerra “intelligente”, che colpirebbe il nemico riducendo il numero di vittime innocenti, è perciò spesso solo un mito, usato per rendere gli atti bellici accettabili all’opinione pubblica.
La “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parla papa Francesco è una realtà molto complessa, fatta di interconnessioni e circolarità di interessi economici internazionali e di mosse e contro-mosse strategiche, in cui gli attori si muovono in modo difficilmente prevedibile.
«I principi di equilibrio e deterrenza che hanno impedito che la guerra fredda si trasformasse in conflitto nucleare potrebbero saltare, a causa di un progresso tecnologico che procede a ritmi velocissimi, rischiando di creare l’illusione di superiorità tattiche tra i contendenti, generata da repentine innovazioni», afferma Sacchi, che conclude lanciando, tra tante ombre, un messaggio di speranza: «Evitare la follia della guerra è una responsabilità umana. I conflitti ammettono sempre soluzioni win win, da cui tutti possono trarre vantaggio. Sta a noi coglierle e metterle in atto, facendoci anche aiutare dalle macchine, che sono uno strumento duttile nelle mani dell’uomo. È nostro compito usarle non come strumenti di offesa, ma dispiegando le loro potenzialità che possono essere utili alla causa della pace, come tradurre simultaneamente conversazioni tra interlocutori che parlano lingue diversissime, e scandagliare la letteratura prodotta a valle delle guerre, per ricordarci il dolore infinito che esse hanno causato».
Intanto, dopo la conferenza di Sacchi si chiude oggi, venerdì 22 marzo, il ciclo principale delle conferenze di Passio.
Alle 20.45 in duomo, il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e Paolo Benanti, docente di Bioetica alla Pontificia Università Gregoriana e membro del Consiglio Onu sull’Intelligenza Artificiale, saranno intervistati dal vescovo Franco Giulio Brambilla, sul tema “Decisioni umane e Intelligenze Artificiali. Impatto sociale e sviluppo di un’etica dell’Intelligenza Artificiale”. L’evento è trasmesso anche in live streaming.
Il programma di Passio prosegue poi sabato 23 marzo alle 20.45 nella chiesa di San Nazzaro con il concerto “Un inno alla gioia” proposto dall’Orchestra e dal Coro Ex_Novo, con la tromba di Giulio Lovati e il soprano Danae Rikos, diretti da Chiara Pavan e Benedetta Ballardini.
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