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Insieme all’ACR che celebrava la Festa della Pace a Bellinzago domenica 5 febbraio 2023, anche gli adulti dell’Azione Cattolica hanno vissuto un incontro dal titolo “Dare voce”, seconda tappa del percorso formativo interamente giocato quest’anno sul tema della voce, nelle diverse sfumature che può assumere per rendere testimonianza a Gesù.

Protagonista del brano evangelico che ha dato avvio alla riflessione è Giovanni Battista, la voce per definizione, che dal carcere invia i suoi discepoli a interrogare Gesù sulla sua identità di Messia. 

A dar voce all’accorato dubbio del Battista, traendone spunto per testimoniare i suoi trentacinque anni di consacrazione nella fraternità del Sermig e per guidare i partecipanti ad un’intensa scoperta  della storia e della missione dell’Arsenale di Torino,  è stato  Gianni Giletti che,  su invito della Presidenza diocesana, ha proposto con semplicità e profonda convinzione gli atteggiamenti e le scelte che portano a vivere la pace in se stessi e nei rapporti con gli altri dai più vicini a ai più abbandonati.

La proiezione di un filmato ha inizialmente fatto conoscere l’Arsenale anche a chi non c’è mai stato, sottolineando la meravigliosa impresa, frutto del lavoro di centinaia di giovani e delle donazioni  generose di tanti, che ha trasformato i capannoni dove si producevano armi  e proiettili, in ambienti destinati all’ accoglienza, alla preghiera, a giornate di spiritualità e di studio, alla condivisione con gli ultimi e alla  fraternità fondata da Ernesto Olivero con  chi ha consacrato la sua vita a questa missione. Quindi Gianni Giletti è ripartito da Giovanni Battista, con l’osservazione che il dubbio di aver sbagliato coglie chi ha già incontrato Gesù e lungamente lo ha seguito, quando per stanchezza o sfiducia può subire la tentazione di sentire di non aver raggiunto l’obiettivo. Ma la risposta di Gesù, fatta di gesti e azioni concrete e non di teorici distinguo, conforta con la certezza che è Lui che ti capisce, ti conosce, ti cerca. Di qui la prima parola chiave della relazione: prima credi, poi vedi. Ed un’altra ancora: prima la preghiera ed il silenzio, poi lo sguardo coglie le sofferenze e le richieste d’aiuto e vengono i gesti essenziali. Cosa può fare ciascuno di noi per la pace, in un tempo così lacerato e violento? Può guardare il bene, fare quel bene che gli è possibile, non negando il male che esiste, ma trascurandolo perché non ti deprima e avvilisca. E poi un altro suggerimento: acquista la saggezza di Dio che fa liberi, allora potrai sperimentare che chiedere, tendere la mano per domandare aiuto umilia, ma rende liberi e fa scoprire inaudite capacità di bene e di dono anche negli altri. 

Persino nella comunità cristiana si avverte una grande carenza di fraternità, per superare sospetti e paure e per cercare insieme un modo di agire e di testimoniare l’attenzione reciproca e la cura per le persone. Più volte Gianni ha ripetuto: nessuno di noi del Sermig è eccezionale, né perfetto, quasi a ribadire che non abbiamo scuse per non esporci, per rinunciare a creare attorno a noi un ambiente fraterno, libero, capace di generare speranza, fiducia, consolazione, come quella che in un attimo di profonda commozione ha visto Gianni rispondere a chi raccontava una vita di molto dolore non con le parole ma con un abbraccio.

Prossimo incontro per gli Adulti dell’Azione Cattolica a Borgosesia il 26 marzo 2023 con il tema: “Sottovoce” insegnaci a pregare.

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