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«Come rimanere forti, quando siamo toccati nella carne da malattie gravi, invalidanti, che magari richiedono cure i cui costi sono al di là delle nostre possibilità? Come farlo quando, oltre alla nostra sofferenza, vediamo quella di chi ci vuole bene e, pur standoci vicino, si sente impotente ad aiutarci?». Con queste due domande si apre il Messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Malato dedicato, nel contesto del Giubileo, al tema della speranza. C’è una situazione esistenziale, quella della malattia; ci sono relazioni, quelle tra chi è ammalato e quanti si prendono cura della sua persona; ci sono luoghi e istituzioni, quelli, come gli ospedali, in cui si affronta il problema della salute con competenza, passione e professionalità, dove la parola “speranza” affiora quasi spontaneamente.
Quando si va alla ricerca di un senso per un tempo di prova, di segni per decifrare l’evoluzione di una patologia, di parole che accompagnano i gesti e le pratiche della terapia. È allora importante fermarsi a riflettere sul nesso che unisce malattia e speranza, mettendo in evidenza luci e ombre. Perché la speranza rappresenta un elemento che rafforza e sostiene il percorso curativo, ma anche può trasformarsi in un’illusione che impedisce di percepire con lucidità la reale consistenza di una condizione di malattia. La speranza ha una sua fisiologia, per utilizzare espressioni del vocabolario medico, e una sua patologia.

Il congresso promosso dalla sezione novarese dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, che si terrà sabato 15 febbraio dalle 8.30 alle 13.30 presso l’Aula Magna dell’Ospedale Maggiore di Novara intende riflettere su questi aspetti. Attraverso un confronto interdisciplinare si cercherà di far luce sulla “Fisiologia e patologia della speranza nel tempo della malattia”. L’evento è rivolto non solo ai medici e agli operatori sanitari (per i quali è previsto l’accreditamento ECM), ma a quanti sono impegnati nell’assistenza delle persone ammalate e agli operatori pastorali.

Dopo i saluti istituzionali del nuovo Direttore Generale del Maggiore, dott. Stefano Scarpetta, il tema sarà oggetto della “lezione magistrale” del vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, che aprirà i lavori coordinati da Cleto Antonini e Piergiorgio Car, dell’AMCI di Novara. Seguiranno alcuni approfondimenti a partire da competenze e prospettive di lettura differenti. Quella filosofica, affidata a Daria Dibitonto; quella psicologica con l’intervento di Paola Bossi con Paola Pizzi e Cecilia Sacco; quella infermieristica proposta da Doriana Montani, quella biblico-teologica offerta da don Pier Davide Guenzi. Nella seconda parte della mattinata sono previste le comunicazioni sul tema da parte di rappresentanti di Associazioni legate al mondo dell’assistenza e della pastorale con e per le persone ammalate: Idea Insieme (Romina Panigoni), Oftal (Lia Rusca), Cvs (Luisa Brunello), Avo (Luisa Cantella Spinatonda).
Pier Davide Guenzi.

La messa del vescovo in ospedale

In occasione della Giornata Mondiale del Malato è stata concessa l’indulgenza plenaria giubilare a quanti visiteranno la Chiesa parrocchiale di San Michele nei giorni 9, 10 e 11 febbraio.

Le condizioni per ricevere l’indulgenza, come di consueto, sono la confessione sacramentale, la comunione eucaristica e una preghiera per il Papa e per la Chiesa.

Martedì 11 febbraio, il vescovo Franco Giulio, come tradizione, celebrerà la messa in ospedale. L’appuntamento è a partire dalle 14.30 per la preghiera mariana, alle 15 la messa.

Sempre in ospedale, domenica 9 febbraio alle 11 la messa per i malati, che sarà celebrata anche lunedì 10 febbraio, alle 19, con una catechesi dedicata alla riscoperta del sacramento dell’Unzione degli infermi.

L’articolo, assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, si può trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 7 febbraio. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente sopra a qui.

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