Seppur il mondo dell’editoria italiana abbia perso, nei primi tre mesi dell’anno, un milione di copie, «partecipare al Salone del Libro di Torino ha ancora senso».
Parola di Roberto Cicala, della casa editrice novarese Interlinea. Certo, considerando come l’Italia registri un calo del 3% nelle vendite, mentre la Spagna faccia segnare un saldo del più 9%, è abbastanza evidente quello che occorre per rilanciare il settore. E l’editore non lo nasconde: «la differenza tra i due Paesi sta nelle politiche governative. In Italia serve una nuova legge sul libro e sulla lettura nelle scuole. Occorre sensibilizzare il Governo su questa necessità, spingendolo a porre mano a questo».
Andare al Salone del Libro «è importante. E questo – precisa Cicala – perché è il momento dell’anno in cui tutte le professioni della filiera editoriale si trovano. Come accade anche alla Fiera di Roma. Un altro aspetto positivo è che si incontrano i lettori. I giovani, non giovanissimi, ci sono e ci danno fiducia. Certo amano generi diversi da quelli di un tempo. Come il romance e la graphic novel, che magari possono fare storcere il naso, ma è quanto viene richiesto».
Interlinea, nonostante il trend, «tiene duro. Anche se a volte ci sembra che il territorio sia poco sensibile».
Proprio perché esserci al Salone del Libro è importante, Interlinea partecipa e lo fa con alcuni libri sull’80° della Liberazione e con l’anteprima del nuovo lavoro di Franco Buffoni, poeta e saggista, “Nel nome del male” sull’odio oggi nella cultura tra guerre e social. Senza dimenticare un laboratorio per le scuole ispirato alla nuova storia di Anna Lavatelli.
La casa editrice sarà allo stand Q146 nel padiglione 3 e proporrà anche i libri delle “Rane” per i giovani lettori e firmacopie.
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