La “stra dla furca”, quella “dal Barasö” il Rundò o “piasa Rivarola”. Sono gli antichi nomi in dialetto di alcune strade e angoli di Novara. In particolare la prima è via Marconi perché, in fondo alla strada, ospitava il patibolo dove venivano impiccati i condannati a morte. L’altra è l’attuale inizio di corso XXIII Marzo. Gli altri nomi indicano la rotonda tra largo don Minzoni e via XX Settembre e quindi piazza
Martiri. Taluni, come ‘al Rundò’, sono ancora in uso.
E se si tornasse a conoscerli e a utilizzarli, indicandoli nei cartelli delle vie? Affiancando all’indicazione in italiano quella in dialetto? Il Municipio, per iniziativa della Lega, ci sta pensando. O meglio, come fa intuire il titolo della mozione che sarà portata in Consiglio comunale “Sperimentazione dell’aggiunta del nome in dialetto ad alcune vie cittadine”, l’idea è di ‘tradurre’ in lingua locale il nome di alcune strade.
«Partendo da zone di periferia, – spiega l’assessore Luca Piantanida- come Sant’Agabio e Lumellogno. Lo vorremmo fare per alcune vie storiche. L’obiettivo – precisa- è tramandare le nostre tradizioni, soprattutto il dialetto, per cui io, da sempre, spingo affinché entri nelle scuole».
La scelta della doppia denominazione «si ha in molti paesi a noi vicini. In Francia, per esempio». O, restando in Italia, in Valle d’Aosta, in Val Badia e in Sardegna.
I gruppi che si fanno promotori del dialetto, però, suggeriscono qualcosa di diverso. Non bocciano la proposta, ma sostengono maggiormente un ritorno ai ‘vecchi’ nomi in lingua locale o anche alle antiche denominazioni in italiano.
Un esempio può essere il Cantón di Uri (questo ancora molto utilizzato, l’Angolo delle Ore tra il cardo e il
decumano romani) o la Contrada delle Orfanelle, attuale via Magnani Ricotti (in questo caso l’indicazione è già presente, come anche via Giulietti, già via dell’Arbogna). In passato, tra l’altro …
Articolo completo, così come altri articoli e altri servizi provenienti dalla Diocesi di Novara, sarà sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 21 febbraio. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa qui.