Uno sguardo al futuro del giornalismo e anche del nostro giornale. È stato questo il fulcro della mattinata che si è svolta oggi, 28 gennaio, a Novara in Vescovado in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, che ha avuto come relatore principale il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio che ha interloquito con il nostro direttore delle nostre testate, Lorenzo Del Boca, Gianfranco Quaglia e il vescovo della diocesi Franco Giulio Brambilla.
Marco Tarquinio: «Sfide sempre più complesse»
Stimolato dal presidente del consiglio di amministrazione della Stampa Diocesana (che è anche presidente della commissione disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte), Gianfranco Quaglia, Tarquino ha raccontato la sua visione sull’attualità del giornalismo trasformato da Internet «ma che deve sempre restare fedele alla sua missione che per noi cattolici – ha detto – è anche quella di guardare i fatti in un’ottica cristiana e del bene comune.
Oggi la rete ci mette di fronte a sfide incredibili: se un giornale usciva una volta al giorno oggi esce ogni cinque minuti e il rischio è quello di accettare una corsa che conduce a snaturare l’idea stessa del giornalismo che è ponderare le notizie, separarle dai fatti e raccontarle con onestà. Ho vissuto tre rivoluzioni del giornalismo, forse ne vivrò un’altra quella dei robot che scrivono da soli e qualcuno pensa che questo sia un traguardo. Ma io dico a tutti che la potenza – ha aggiunto Tarquinio citando un popolare slogan – è nulla senza controllo e questo controllo può essere solo nelle mani del giornalista che continua a fare il suo lavoro in tutti i contesti in cui opera».
Del Boca: «Le tante rivoluzioni del giornalismo»
A sua volta il nostro direttore Lorenzo Del Boca che è anche stato per tre volte presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti, ha ricordato il sistema del giornalismo nel suo ricordo «stanze piene di macchine da scrivere elettro-meccaniche da un metro cubo, la carta che sporcava le mani e i telefoni che squillavano in continuazione. In quel mondo la notizia c’era quando il giornale la pubblicava; un morto non moriva – ha detto con un paradosso Del Boca – se il giornalista non riusciva a scriverne. Oggi questo non accade più perché come ha detto il direttore di Avvenire ci sono state delle rivoluzioni che hanno cambiato tutto.
Io non mi limiterei però a tre rivoluzioni, ce ne sono state molte di più. I primi giornalisti erano gli uomini che nelle caverne descrivevano fatti che li toccavano da vicino con i graffiti lasciarono il posto a chi scriveva sulla pietra, gli amanuensi a chi stampava libri. Le rivoluzioni hanno cambiato gli orizzonti continuamente, cambiando e cancellando dei ruoli, ma resta questo bisogno insopprimibile di raccontare e di ascoltare le novità».
Don Cossalter: «Scommettiamo sul nuovo sito»
In questo contesto è stato poi presentato il nostro nuovo sito, www.sdnews.it. che nasce sulla scorta di uno studio e di una redazione grafica complessa che ha richiesto molti mesi di lavorazione. Ad introdurlo è stato il Vicario Generale della Diocesi, don Fausto Cossalter.
«Abbiamo lavorato con il consiglio di amministrazione – ha detto il Vicario Generale – per un sito che partendo da quello precedente che nasceva come vetrina, assumesse un ruolo nuovo e oltre che rispondere alle richieste della legge sull’editoria fosse anche un modo per comunicare la ricchezza di questo territorio così grande e diverso così come hanno fatto i giornali su carta e stesse al passo con l’evoluzione dei tempi. Internet è una piattaforma di informazione complessa e molto potente che nasce come correlata al giornale senza sostituirlo.
Ma tutti sappiamo che i giornali, non solo i nostri, e l’informazione in generale sono in crisi per la disaffezione della gente (anche di chi dovrebbe in primi sostenerli) e per il cambiamento delle abitudini alla raccolta di notizie. Così per sopravvivere dovranno saper sfruttare Internet e i suoi linguaggi. Per questo pur essendo disposto a battermi fino all’ultimo per difendere il giornale stampato sono anche convinto che il sito sarà sempre più importante per continuare a presentare la voce della nostra terra e della nostra gente così come hanno fatto i giornali fino ad oggi».
Frattini: «Un sito che presenta la ricchezza del territorio»
È stato Fabrizio Frattini, giornalista dei nostri settimanali, a presentarne in sintesi la struttura. «La grande ricchezza dei nostri giornali – ha detto Frattini – è il legame al territorio con dieci testate ciascuna delle quali rappresenta una zona più o meno vasta della diocesi. Unificare ma nello stesso tempo valorizzare tenendola distinta ciascuna testate è stata la principale sfida che abbiamo dovuto affrontare. Abbiamo provato a risolverla dando un tetto comune ma anche un ruolo preciso dal punto di vista dell’informazione a ciascuna di queste testate».
Frattini ha poi presentato la versione mobile del sito e le nuove sezioni tra cui quella dedicata ai Podcast che sono partiti con una rubrica settimanale a cura dello stesso giornalista e del direttore Del Boca che ogni venerdì mattina presentano gli argomenti principali della settimana sui giornali della Stampa Diocesana. Un cenno è stato fatto anche allo sfogliabile grazie al quale gli abbonati possono ogni venerdì consultare i giornali su smartphone, tablet e computer.
Le conclusioni del vescovo: «Siamo in un cambiamento epocale. Da capire e abitare»
«Oggi siamo in un momento di cambiamento epocale. Da capire e da abitare – ha detto il vescovo Franco Giulio Brambilla, a conclusione del convegno -. È grande tanto quando quello dell’introduzione della stampa a caratteri mobili. E come quel cambiamento, questo può portare a cose positive. La stampa portò ad una democratizzazione del sapere. Rendendo più facile anche la produzione di libri e la circolazione di idee. Citando una giornalista americana si può dire che fino a quando resterà di qualità il giornalismo non deve temere la scomparsa dei giornali come li abbiamo conosciuti noi della generazione del XX secolo. Serve adeguare i linguaggi e cercare nuovi modelli editoriali. Perché il giornalismo sia ancora un quotidiano lavoro di sbozzamento della verità. Produca un racconto della verità porti in sé il cuore e l’intento».