«Ogni giovane ha una vocazione che va avvalorata anche se non è quello che avrebbero voluto i genitori; ogni giovane, per quanto possa essere discolo, avrà sempre un punto accessibile al bene; ogni giovane ha una sua personalità di cui tenere conto». Sono alcune delle osservazioni fatta da don Giuliano Palizzi, direttore e docente di religione presso l’Istituto Don Bosco di Borgomanero, alla messa celebrativa di san Giovanni Bosco nel 134esimo anniversario della morte: il 31 gennaio 1888.
Don Bosco amava i giovani in quanto tali e il suo metodo era tanto valido che anche oggi è avanzato.
«Andava per Torino, incontrava ragazzi che sembravano scapestrati, ma ero solo affamati, e buoni. Li raccoglieva in un oratorio, stava con loro e giocava con loro, faceva in modo che avessero un lavoro che desse loro autonomia».
Don Bosco fu perfino sindacalista: «mandava i suoi ragazzi al lavoro facendo un accordo con l’imprenditore: il giovane avrà quanto gli spetta, ma chiederò come si comporta».
Sul giornale in edicola venerdì 3 febbraio l’articolo integrale e la galleria fotografica della festa per San Giovanni Bosco a Borgomanero.