«Ogni generazione può avere la grazia di vivere un anno con un passo diverso. Allora non più solo il passo della vita quotidiana, del rincorrere il tempo, ma proprio un cambio di passo», che porti a un rinnovamento. «Che ci aiuti a respirare e a ripristinare le energie che abbiamo dentro, dedicandoci alla cura di noi stessi». Soprattutto alla cura dell’anima.
Con queste parole il vescovo Franco Giulio Brambilla, alla messa per la Giornata Mondiale del Malato, celebrata nella chiesa dell’ospedale Maggiore, a Novara, ha spiegato il valore profondo del Giubileo.
Un Giubileo, quello del 2025, dedicato alla speranza, alla riconciliazione, alla conversione e al rinnovamento spirituale. Un concetto, quello della speranza, legato alla malattia, al dolore.
«La speranza – ha detto monsignor Brambilla – è la parte difficile della sofferenza, della malattia. È una virtù a caro prezzo e fondamentale, che non si può comprare». Proseguendo sulla necessità di un cambiamento interiore. «Ora, con la bella stagione – ha aggiunto – si potrebbe andare a visitare un santuario, riscoprendo le necessità della nostra anima».
E sulla malattia: «anche in altre occasioni, in altre celebrazioni per la Giornata del Malato, ho detto che la malattia non è una sfida per il corpo ma una sfida per l’anima, per lo spirito…
Presenti i volontari dell’Associazione volontari ospedalieri, Avo, Novara.
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