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Nello scorso anno, i missionari e gli operatori pastorali uccisi nel mondo sono stati 13. Come ogni anno, il rapporto dell’Agenzia Fides, organo delle Pontificie opere missionarie, presenta le storie dei missionari e degli operatori pastorali assassinati nel mondo. L’agenzia nel Dicastero per l’evangelizzazione registra tutti i cattolici coinvolti in qualche modo nelle opere pastorali e nelle attività ecclesiali morti in modo violento, anche se non propriamente “in odio alla fede”. Per questo il dossier preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato letterale di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di essi attraverso i processi di canonizzazione.

Sei di loro hanno perso la vita in Africa e cinque in America, due continenti che, negli ultimi anni, «si sono alternati al primo posto di questa tragica classifica», spiega il rapporto. Nel dettaglio, in Africa sono stati assassinati due sacerdoti in Sudafrica e uno in Camerun, un catechista e un volontario in Burkina Faso, un laico nella Repubblica Democratica del Congo. Nel continente americano un prete è stato ucciso in Colombia, uno in Ecuador, un altro in Messico. Anche i laici sono stati colpiti a morte: un collaboratore parrocchiale in Brasile, un laico in Honduras. C’è anche l’Europa nell’elenco: in Spagna Juan Antonio Llorente, frate francescano dell’Immacolata, è stato assassinato nel monastero dove viveva a Gilet. In Polonia è morto invece padre Lech Lachowicz, aggredito da un uomo che ha fatto irruzione nella canonica armato d’ascia.

Da questo martirologio, desideriamo offrirvi il breve profilo di uno di loro, particolarmente significativo.
Si tratta di Juan Antonio López, 46 anni, originario di Tocoa, nel dipartimento di Colón, in Honduras. Responsabile diocesano per la pastorale sociale della Diocesi di Truijllo, era membro della Rete Ecclesiale Mesoamericana (REMAM), aveva fondato in seno alla Diocesi la Commissione Nazionale di Ecologia Integrale. La sua vocazione lo ha spinto a coinvolgersi anche nella protezione delle risorse naturali a favore dei più vulnerabili del suo Paese. Una scelta che finì per metterlo in contrasto con gli interessi delle compagnie estrattive che operano in Honduras. Ma López ha vissuto con la convinzione che la fede si doveva manifestare anche in azioni concrete a favore dei più vulnerabili. Dal 2023 era sottoposto a misure cautelari da parte della Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH) a causa delle minacce di morte ricevute per il suo lavoro in difesa dell’ambiente. Sposato e padre di due figlie, è stato ucciso nella serata del 14 settembre mentre si trovava nella sua auto dopo aver preso parte alla celebrazione eucaristica nella colonia Fabio Ochoa del Comune di Tocoa, città in cui era anche consigliere comunale.

Secondo le testimonianze raccolte, alcuni uomini armati, in moto, lo hanno avvicinato e lo hanno ucciso a colpi di pistola. López è morto all’istante. Di recente aveva denunciato la contaminazione dei fiumi Guapinol e San Pedro, minacciati da progetti minerari illegali che mettono a rischio le risorse idriche da cui dipendono le comunità locali. I media locali hanno anche riferito che il crimine è avvenuto poche ore dopo una conferenza stampa in cui López, insieme ad altri leader della comunità, aveva denunciato i presunti legami tra membri dell’Amministrazione comunale di Tocoa e la criminalità organizzata.

“Questo crimine non è un caso isolato”, hanno dichiarato in una nota congiunta il REMAM e il Movimento Laudato Si’. López è stato ricordato anche da Papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica 22 settembre: «Ho appreso con dolore che in Honduras è stato ucciso Juan Antonio López, delegato della Parola di Dio, coordinatore della pastorale sociale della Diocesi di Trujillo e membro fondatore della pastorale dell’ecologia integrale in Honduras. Mi unisco al lutto di quella Chiesa e alla condanna di ogni forma di violenza. Sono vicino a quanti vedono calpestati i propri diritti elementari e a quelli che si impegnano per il bene comune in risposta al grido dei poveri e della terra».

L’inchiesta del nostro giornale sul tema, con altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, si può trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 14 marzo. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente qui.

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