«Perché andare a Roma per varcare la “soglia della speranza” di una Porta Santa? La speranza non è un’idea, non è un atteggiamento, non è una filosofia, è una persona viva: Gesù Cristo!». Così il vescovo Franco Giulio invita la Chiesa novarese a prepararsi all’Anno Santo 2025, che si aprirà il prossimo 24 dicembre, nel segno del tema “Pellegrini di Speranza”. Un’esortazione ad una conversione personale che è anche un invito alla partecipazione al pellegrinaggio. Quello diocesano (si terrà dal 17 al 20 febbraio 2025. «Un invito forte a non perdere mai la speranza che ci è stata donata, trovando rifugio in Dio», scrive il vescovo riprendendo le parole del Papa nella Bolla “La speranza non delude!”. «Buon pellegrinaggio, il Giubileo sia una bella occasione di grazia per tutti», l’augurio conclusivo.
Le preiscrizioni sono già aperte: «Chiediamo che i gruppi parrocchiali o quelli dei singoli pellegrini comunichino entro il 15 settembre prossimo la propria preiscrizione». Dice don Gianmario Lanfranchini, delegato del vescovo per l’organizzazione del pellegrinaggio. «È necessario per avere l’indicazione del numero di fedeli che parteciperanno per poter organizzare al meglio, all’interno di un evento internazionale la nostra presenza a Roma». Per informazioni e per le preiscrizioni è possibile scrivere a [email protected], telefonare 0321.36811 a Federica Mainardi, o recarsi alla sede della segreteria organizzativa, presso la sede diocesana dell’Anspi, in vicolo Canonica, 9/27.
Di seguito, il testo integrale del messaggio del vescovo alla diocesi.
Lettera per il pellegrinaggio diocesano novarese nell’Anno Santo 2025
Carissimi pellegrini,
nei giorni della festa dei “Beati Apostoli”, i Ss. Pietro e Paolo, e dei Santi Proto Martiri della Chiesa Romana, vi affido nella preghiera al Signore Gesù. In questo momento particolare dico il mio grazie a Dio, unendo la mia preghiera a quella dei diaconi e dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, di tutti i fedeli laici: salga a Dio una corale preghiera della Chiesa di Dio che è in Novara.
Vi raggiungo per invitarvi a un tempo di preparazione per vivere intensamente e con “frutti spirituali” l’Anno Santo 2025. In questo anno di preghiera il cammino verso il Giubileo è guidato dalla lettura e dalla meditazione della Bolla di Papa Francesco Spes non confundit (SnC): «La speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci trasporta al di là delle prove e ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il Cielo!» (SnC, 25).
Vi suggerisco alcune tappe per disporci all’Anno Santo, per decidere nel cuore il “santo viaggio” del pellegrinaggio giubilare, così da portare frutti di “vita buona” negli ambienti di vita quotidiana, nelle nostre comunità, nella società.
L’unità della fede: “Noi crediamo”
Papa Francesco ci invita a Roma per vivere – con le opere giubilari – un rinnovamento interiore personale e comunitario. Oggi, in un mondo segnato da false certezze, la speranza non delude! Prendiamo nota di due date: l’apertura dell’Anno pastorale al Santuario di Boca (20 settembre 2024) e la celebrazione Giubilare diocesana in Cattedrale a Novara (domenica della Santa Famiglia, 29 dicembre 2024). Nel 2025 ricorrono i 1700 del Concilio di Nicea (325-2025): vi invito al Santuario di Boca, all’apertura dell’Anno pastorale 2024-2025, per condividere il dono della fede cattolica: rinnoviamo la professione di fede con le parole del Simbolo niceno-costantinopolitano che ancora oggi recitiamo nella Celebrazione Eucaristica festiva. Insieme, come Chiesa, «possiamo custodire l’unità del Popolo di Dio e l’annuncio fedele del Vangelo» (SnC, 27) e dare il volto al sogno della nostra Chiesa locale: questa è la dimensione ecclesiale che vogliamo riscoprire nel prossimo Giubileo, la stessa Porta Santa ha tra i suoi significati quello di porre l’attenzione dei credenti sul mistero del loro ingresso nella Chiesa di Gesù.
Il pellegrinaggio è un segno del cammino di speranza
Il salmista ci suggerisce alcune parole per descrivere un viaggio spirituale autentico: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, ora! Chiediamoci ancora una volta: perché partecipare al pellegrinaggio diocesano del Giubileo? Perché nel 2025 andare a Roma per varcare la “soglia della speranza” di una Porta Santa? La speranza non è un’idea, non è un atteggiamento, non è una filosofia, è una persona viva: Gesù Cristo! Noi siamo uomini e donne che possono riscoprire la Speranza che illumina la storia e le vicende personali. Torniamo a “praticare” i gesti semplici della fede cristiana anche nel XXI secolo, l’indulgenza giubilare è la riscoperta per noi – vivi e defunti – dell’infinita misericordia che è la «pienezza del perdono di Dio che non conosce confini» (SnC, 23). Andare in pellegrinaggio, farsi pellegrini, significa riscoprire un cammino di speranza che illumina la vita e apre il presente all’Eternità. Il passaggio della Porta Santa è il cuore del nostro pellegrinaggio: «la casa spirituale è costruita da un tempio di persone» (F.G. Brambilla, Chiesa di petre vive, Novara, SDN 2017, 4), la porta è sempre Gesù: varcare la Porta Giubilare ci aiuti a entrare nella vita quotidiana e nel mistero di Dio, incontrando negli uomini il volto di Dio che si è fatto uomo.
Il Cristiano testimone: uomini e donne di speranza
Ma che cos’è la felicità? Quale felicità attendiamo e desideriamo? Le domande che Papa Francesco ci rivelano le coordinate di una “mappa interiore” per compiere un “viaggio spirituale” che predispone il pellegrinaggio diocesano e gli eventi giubilari (SnC, 21). Sì, tutti sperano: «…nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza». (SnC, 1). Le parole di Papa Francesco ci aiutino a metterci in cammino, insieme! Apriamo la nostra vita e le nostre comunità alla testimonianza del Vangelo: “Loquamur Dominum Jesum!” Vi ho raccontato il Signore Gesù, «perché Lui è il racconto di Dio che fa respirare l’uomo. Anzi ci dona il suo Spirito perché diventiamo uomini e donne capaci di contagiare con la nostra fede. Egli dà fiducia e speranza alla nostra vita».
La Chiesa al servizio della speranza
Le comunità cristiane della nostra Diocesi sono chiamate al pellegrinaggio diocesano in questo anno giubilare dando un segno di speranza alla società intera (cfr. SnC, 11). Il pellegrinaggio sia “un canto di speranza” per la nostra Chiesa locale che si pone al servizio della comunità umana con la speranza del Vangelo, come la Chiesa Cattolica nel mondo intero, così le parrocchie sul territorio. I cristiani, tutti e ciascuno, sono chiamati a dare segni di speranza. Il pellegrinaggio sia “un motore spirituale” per rinnovare la vita ecclesiale che dona – con la grazia della carità – un servizio per la pace per il mondo, per trasmettere la vita, che è segno di speranza per le persone che vivono forme differenti di disagio, per i detenuti, per gli ammalati e i loro familiari, per “giovani privi di speranza”, per gli esuli, i profughi e rifugiati, per gli anziani che sperimentano solitudine, per tutti i poveri.
Facciamo nostre le parole di Papa Francesco perché il pellegrinaggio diocesano dal 17 al 20 febbraio 2025 e tutto il Giubileo sia «un invito forte a non perdere mai la speranza che ci è stata donata, a tenerla stretta trovando rifugio in Dio». La Vergine Maria e tutti i Santi ci aiutino a percorre i sentieri dello Spirito! Buon pellegrinaggio, il Giubileo sia una bella occasione di grazia per tutti.
Vi benedico di cuore.
Novara, 29 giugno 2024
Solennità dei Ss. Pietro e Paolo