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Una volta il lago d’Orta era inquinato ed era pressoché svanita la fauna ittica. Ora il lago d’Orta, o meglio, il lido di Gozzano, è riconosciuto con la “Bandiera blu” di lago pulito e balneabile.

Cosa aveva causato l’inquinamento? Tre le cause individuabili: la prima e più grave, l’inquinamento prodotto dallo scarico acque della Bemberg prelevate per il processo produttivo di filo cupro. Ma, “tanto se i pesci non muoiono nel lago, muoiono in padella”, si leggeva un tempo sulla rivista aziendale “Notiziario Bemberg” credendo di fare una battuta ilare. Più recentemente avveniva qualche scarico da imprese metallurgiche e poi nel lago ci andava di tutto, dalle biciclette fuori uso ai copertoni e altro ancora.

Negli anni ottanta del secolo scorso alla Bemberg viene imposta la realizzazione dell’impianto di depurazione delle acque di scarico da materiale cuprammoniacale. Successivamente si avviò un grosso ed epocale intervento della Provincia, ottenuto su insistenza di Franco Fornara, in collaborazione con l’Istituto Idrobiologico di Pallanza, la depurazione del lago col sistema del Liming.

Un procedimento chimico che, tramite l’apporto di sali di calcio o magnesio nelle acque ne neutralizza l’acidità, aumentando l’attività dei batteri e restituendo alle acque del lago le sue funzioni nutritive. E’ bastato spalmare sul fondo lacuale una enorme quantità di pietre carsiche (intervento durato a lungo) per riportare e mantenere il lago pulito. Un esperimento straordinario, forse inedito.

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