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«Il progetto del nuovo porto turistico di Pallanza, così come è stato pensato, non mi convince». Va dritto al punto Marco Zacchera, albergatore ed ex sindaco di Verbania. Mentre parla, guarda il lago Maggiore incorniciato tra le montagne dell’Ossola e della Svizzera incappucciate dalle recenti nevicate. Con il braccio indica il luogo dove dovrebbe sorgere la nuova struttura sullo specchio d’acqua di fronte ai campi da tennis e all’area verde che conduce alla sede della Canottieri. Scuote la testa. «Non ho intenzione di inscenare nessuna polemica – sottolinea – ma mi piacerebbe che nascesse un confronto, un dibattito».

Per Zacchera, il porto si può anche fare, «ma in forma più ridotta – dice – rispetto a quella che ci è stata presentata una settimana fa, durante l’incontro con il Comune e i progettisti per conto della ditta Marina di Verbella. In generale credo che manchi la logica. Da un lato, e lo condivido, l’Amministrazione comunale va nella direzione di rispettare l’ambiente, riducendo la presenza di macchine a Pallanza con la chiusura della piazza lago al traffico. Si parla anche di una mobilità elettrica sul lago. Poi però ci viene presentato un progetto da 150 posti barca a motore, con imbarcazioni che possono arrivare fino a una lunghezza di 22 metri. Già così mi sembra un’esagerazione per il nostro lago, ma al di là di tutto – mi chiedo – che senso ha creare un’opera che, per le sue dimensioni, impatterà non poco sul paesaggio».
Zacchera conferma di non essere contrario a priori, ma suggerisce di valutare un’opera di minori dimensioni, che sia consona al luogo e che nel contempo «porti a una razionalizzazione delle boe oggi presenti nello specchio di lago antistante i campi da tennis».

Sul tema delle boe Zacchera aggiunge che «servirebbe un intervento di normalizzazione su tutto il lago, in quanto ce ne sono davvero tante. Non esiste, infatti, una mappatura delle boe e quando le stesse affondano portano dietro di sé un problema di inquinamento. Chiediamoci quanto cemento, quanta plastica e quanti cavi d’acciaio dimorano sui fondali del lago. Pensiamo a cosa potranno dire un domani i nostri nipoti di noi. Quindi, ben venga la costruzione di un porto che elemini le boe, ma non un’opera così grande».

L’articolo integrale assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara sul nostro settimanale, in edicola venerdì 10 novembre. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui.

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