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Non una frenata, ma un passo consapevole in un cammino che si fa via via più partecipato. È con questo spirito che la Seconda Assemblea del Cammino sinodale delle Chiese in Italia ha scelto di prendersi più tempo prima di arrivare a decisioni definitive. Il documento contenente le proposizioni – intitolato “Perché la gioia sia piena” – non è stato ancora ritenuto maturo per l’approvazione finale. E così si è deciso che ci si ritroverà il prossimo 25 ottobre, in occasione del Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione, per votare una nuova versione del testo, arricchita dalle osservazioni emerse nei giorni di confronto e incontro che si sono tenuti la scorsa settimana a Roma. La stessa Assemblea generale dei vescovi, tradizionalmente prevista per fine maggio, verrà rinviata a novembre, proprio per recepire i contributi sinodali.

A partecipare ai lavori, insieme ai delegati da tutta Italia, il vescovo Franco Giulio Brambilla e i referenti diocesani per il Sinodo: Valeria Artuso, Romina Panigoni, Alessandro Sacchetti e don Brunello Floriani, vicario episcopale per la pastorale.

«Non si può nascondere come dal primo dibattito siano emerse critiche al testo – spiega don Floriani -. Questo ha portato la presidenza ad una scelta coraggiosa e rispettosa dall’Assemblea Sinodale, coerente, come è stato sottolineato, anche rispetto alle motivazioni che sempre hanno accompagnato il cammino: non tanto l’intento di redigere un documento ma avviare un processo che possa generare uno stile nuovo per essere Chiesa missionaria ed evangelizzatrice. Credo sia stata fatta una scelta realmente sinodale. Ritengo esemplare la decisione del Consiglio permanente della Cei di sospendere l’Assemblea di maggio rimandandola a novembre così che ci sia ampio spazio per rivedere il testo delle proposizioni (alcune scelte precise bisogna farle) e votarle in una nuova assemblea ad ottobre».

A spiegare i motivi del rinvio è Artuso. «Ci si aspettava – dice – un testo ricco, come era accaduto nelle precedenti assemblee. Questo testo aveva la necessità di essere più sintetico: le proposizioni sui diversi temi dovevano essere necessariamente asciutte e immediate. Ma era necessario dare più spazio ad approfondire qualche passaggio. È forse la prima volta che la Chiesa italiana è impegnata in un lavoro così vasto di ascolto e riflessione. Ed è positivo che, anche in questo passaggio si sia deciso di dare spazio proprio all’ascolto».

È tutto qui, quindi, il nodo delle motivazioni del rinvio. Anche se su molti giornali è emerso un racconto di spaccature e distanze. «Non c’è stato alcuno scontro sul tema del rapporto della comunità con le persone omosessuali o di quello con le coppie separate, come ho letto in qualche titolo – sottolinea Sacchetti -. Serve solo più tempo per poter cogliere, nel testo con le proposizioni, la ricchezza del cammino fin qui svolto».

E del clima che si è respirato alle giornate a Roma parla Panigoni: «c’è stato un confronto schietto, certe volte anche acceso. Ma l’intento che ho colto nei lavori nei gruppi e dagli interventi è sempre stato quello di un cammino insieme nel segno della comunione. E questo per la fiducia proprio nel cammino sinodale che stiamo compiendo: nel quale ci si può ascoltare e confrontare e dove c’è la capacità, assolutamente non scontata, di cambiare l’itinerario stabilito, per continuare a procedere tutti verso la stessa meta».

L’articolo integrale, con altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, si può trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 11 aprile. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente qui.

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